(Roma, 13 marzo 2024) – Oggi nella conferenza stampa organizzata dal PD abbiamo espresso la nostra preoccupazione e contrarietà, illustrando anche proposte alternative, sulla riforma del Codice della strada voluta dal ministro Salvini, provvedimento che questo pomeriggio è entrato nel vivo delle votazioni alla Camera.

I dati drammatici della sicurezza stradale nel 2023 confermano che l’Italia è uno dei Paesi con il peggiore tasso di mortalità e con la minore riduzione degli incidenti mortali.

Di fronte a questo quadro il Governo e il ministro Salvini hanno deciso di fare del Codice della strada e della sua riforma un vero e proprio manifesto della destra italiana. Se da una parte c’è un inasprimento delle sanzioni contro chi guida con lo smartphone in mano, o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza (pene che possono arrivare anche all'”ergastolo della patente” per la reiterazione della guida sotto effetto di droghe o se si commettono reati come l’omissione di soccorso o la fuga dopo aver commesso un incidente grave) dall’altra non sono previsti interventi per cercare di ridurre la velocità nelle zone urbane, vengono meno alcuni importanti controlli, meno tutele dai pericoli, mentre c’è più tolleranza per chi ignora i divieti e più punizioni per chi sceglie mezzi meno inquinanti. Sono inoltre fissate limitazioni all’autonomia delle amministrazioni locali nell’installazione di dispositivi per la rilevazione della velocità. Gli autovelox saranno infatti vietati sotto i 50 all’ora in città, nelle strade urbane e nelle strade extraurbane sotto i 90 all’ora. E ancora le amministrazioni locali dovranno giustificare, caso per caso, la decisione di introdurre limiti inferiori ai 50 chilometri orari in aree urbane, avranno meno libertà, con quindi un surplus di burocrazia, nella realizzazione di corsie ciclabili, di spazi riservati ai ciclisti in corrispondenza degli incroci, nell’introduzione del controsenso ciclabile, e nell’estensione delle zone a traffico limitato o pedonale. Insomma, una vera e propria crociata della destra contro la mobilità sostenibile e contro i Sindaci.

Questa riforma non guarda al futuro ma è solo un testo lacunoso e dannoso che mina la sicurezza delle persone e non affronta i veri problemi e le principali cause di morte sulla strada: la velocità e la distrazione.

Noi immaginiamo città dove ci si possa spostare in sicurezza: trasporto pubblico locale accessibile, capillare, efficiente; intermodalità, ciclo-pedonalità sicura, mezzi condivisi. Le grandi città europee fanno spazio alle persone non ai mezzi privati, e l’economia locale cresce, le attività commerciali del territorio tornano a popolarsi. La ‘sicurezza’ cresce perché le persone tornano a vivere strade e piazze. Questo Governo si ostina, invece, a portarci indietro nel tempo.

Noi pensiamo che la repressione non basti, soprattutto se accompagnata da una deregolamentazione come quella che vediamo in questo codice, mentre al contempo si legano le mani agli amministratori locali, che invece hanno il polso della mobilità e della situazione nel proprio territorio.

Noi lo abbiamo visto quando si sono levati gli scudi di Salvini contro la ‘Città 30’, che crediamo sia invece una proposta di civiltà e di buon senso, producendo degli effetti positivi: come ha ricordato il sindaco Lepore, a Bologna -18% di persone ferite e -15% di incidenti nelle prime 6-7 settimane.

Noi vogliamo respingere con forza questo attacco scomposto contro la mobilità sostenibile e contro le ciclabili, i nuovi nemici che la destra si è scelta, contro una strada fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone, che è il compito della politica.

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RIFORMA CODICE STRADA: “Da Salvini una crociata contro mobilità sostenibile e Sindaci”
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