(Roma, 5 novembre 2020) – A tutto c’e’ un limite. In Lombardia i dati di oggi sono drammatici, lo dice il direttore sanitario di ATS Milano, l’epidemiologo Vittorio Demicheli, indicato proprio dalla stessa Regione nella Cabina di regia nazionale per il monitoraggio del Covid-19: “RT a 2,01, sistema a rischio, la Lombardia andava chiusa due settimane fa“.

E invece il Presidente della Lombardia Fontana nelle scorse settimane si è sottratto al suo dovere di adottare in autonomia misure per contenere il contagio. E adesso attacca il Governo che sulla base di quei dati è intervenuto per bloccare la curva dei contagi.

La verità è che in Lombardia gli ospedali sono sotto pressione da giorni, i medici di base da giorni raccontano una situazione allarmante, i vaccini antinfluenzali non ci sono.

Come si fa a essere così spregiudicati? Fontana la smetta con le polemiche, la Regione faccia la sua parte, come la sta facendo il Governo nazionale, assumendosi le sue responsabilità e sostenendo le imprese e i lavoratori colpiti dalle restrizioni.

Ma cosa ha dichiarato l’epidemiologo Demicheli? Nonostante alcuni segnali di rallentamento dell’epidemia di coronavirus Sars-CoV-2, la Lombardia è Zona Rossa. Ma per l’epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats di Milano e membro della Cabina di regia del ministero della Salute per il monitoraggio di Covid-19, “ciò non toglie che per la Lombardia, dati alla mano, il lockdown deciso ieri dal premier Giuseppe Conte e dal ministro Roberto Speranza sia necessario. Il problema semmai è che è in ritardo di 2 settimane“, afferma l’esperto in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘.

I dati dell’ultimo monitoraggio, almeno di quello che ho in mano io, come membro della Cabina di regia – spiega – si riferiscono alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre” ed “erano indicatori che davano segnali di allerta precoce. Oggi la situazione è peggiorata“. E se è vero che rispetto all'”Rt regionale considerato” per decidere la chiusura della regione, “ossia l’ultimo che noi abbiamo esaminato in Cabina di regia” e che “è a 2,01“, nel monitoraggio dell’Ats di Milano il dato è sceso a 1,6, “per la Lombardia lo scenario non cambia – ripete Demicheli – Piuttosto, dal mio punto di vista, oggi ci sono già almeno altre 11 regioni con gli ospedali in grave sofferenza“.

L’epidemiologo descrive un contact tracing da tempo in “forte difficoltà“, un rapporto sempre alto positivi/tamponi, e poi c’è il peso dei contagi sul sistema sanitario: in Lombardia “ci sono 1.075 letti di terapia intensiva, il tasso di occupazione è del 40%” mentre “la soglia di criticità è identificata al 30%“. E anche “il tasso di occupazione dei posti letto per i ricoveri ordinari è al 37%, al limite della soglia critica fissata al 40%“. Insomma, nonostante il fatto che su Milano “forse si inizia a vedere qualche risultato delle misure restrittive scattate il 22 ottobre“, secondo Demicheli “per rallentare davvero la curva dei contagi” queste misure “non sarebbero bastate“.

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LOMBARDIA: “A tutto c’è un limite. Fontana la smetta di inventarsi polemiche assurde”
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