(Roma, 5 novembre 2020) – Proviamo a fare un po’ di chiarezza. In queste ore stanno circolando ricostruzioni imprecise, dati parziali, confronti strumentali, al solo scopo mettere in dubbio le collocazioni di una Regione in un’area rispetto ad un’altra. Come se questa scelta potesse essere determinata da una logica politica, per vicinanza o simpatia, o peggio per qualche volontà di accanimento sui cittadini di una Regione di diverso colore politico. Chi lo pensa probabilmente è abituato a fare così; del resto in Lombardia Fontana e i suoi hanno gestito proprio così i soldi del “Piano Marshall”. Un gioco irresponsabile e da respingere al mittente, particolarmente grave perché non fa altro che alimentare polemiche di cui francamente non se ne sente il bisogno.

Il Dpcm del 3 novembre 2020 ha suddiviso l’Italia in tre diverse areeAra Gialla”, “Area Arancione”, “Area Rossa”, differenziate sulla base del rischio epidemiologico territoriale, alle quali sono state applicate misure e restrizioni diverse. Per stabilire in quale area ogni Regione è collocata si tiene conto di ben 21 indicatori individuati dai tecnici, stabiliti alcuni mesi fa con il consenso e l’accordo di tutte le Regioni, i cui dati vengono trasmessi, è bene sottolinearlo, direttamente dalle Regioni stesse. Un dettaglio di non poco conto, perché lo ripetiamo, sono le singole Regioni che inviano i dati a livello centrale.

Quali sono, dunque, questi 21 indicatori che il Governo utilizza per definire le zone di rispondenza di ciascuna Regione? Li trovate qui sotto.

Basta leggerli per capire che non c’è nessuna discrezionalità. E che i motivi per cui la Regione Lombardia è in “Zona Rossa” vanno ricercati, oltre che nei dati dei contagi, proprio nel fallimento della politica sanitaria lombarda in tutti i mesi che abbiamo alle spalle.

È giusto che i dati siano resi trasparenti e leggibili, come si è impegnato a fare il Governo; domani il Ministro Speranza sarà in aula alla Camera per un’informativa urgente. Ma questi dati dovrebbero essere resi noti dalla stessa Regione Lombardia, dal momento che sono dati trasmessi al Governo proprio dalla Regione.

ECCO I 21 INDICATORI

1) Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

2) Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

3) Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

4) Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

5) Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).

6) Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

7) Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.

8) Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

9) Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

10) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

11) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

12) Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.13) Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.

14) Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

15) Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).

16) Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.

17) Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).

18) Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

19) Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).

20) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.

21) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19

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FACCIAMO CHIAREZZA SULLE AREE “ROSSE”, “ARANCIONI” “GIALLE” E I 21 INDICATORI
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