(Roma, 9 ottobre 2020) – Come si stanno organizzando le Regioni per assicurare le vaccinazioni antinfluenzali fondamentali nell’ottica di facilitare la diagnosi di positività al Covid-19 e ridurre così il sovraccarico del sistema sanitario nazionale? Quante dosi di vaccino sono state comprate? Di quanto è stata anticipata la campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti? Quali misure sono state scelte per agevolarne l’accesso? Sono alcune delle domande contenute nell’indagine civica condotta e avviata a settembre da Cittadinanzattiva.

Queste, in sintesi, le risposte: campagne anticipate, che iniziano tra l’1 e il 15 ottobre, estese in molti casi fino al 31 gennaio 2020; incrementi percentuali nell’acquisto dei vaccini fino a tre cifre. Così alcune Regioni si sono attrezzate per combattere l’epidemia influenzale seguendo le indicazioni fissate dal Ministero della Salute, nella circolare del 4 giugno scorso, nella quale si raccomandava di anticipare la campagna influenzale ed estendere le vaccinazioni a partire dagli adulti dai 60 anni di età e ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni.

Fin qui, quindi, tutto bene? Non proprio. Perché a rispondere al set di domande proposte da Cittadinanzattiva sono state solo 10 Regioni : Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta.

La LOMBARDIA non ha risposto, purtroppo, insieme alle altre Regioni del Nord Veneto, Piemonte e Liguria, quelle in cui il virus ha colpito più duramente e dove i dati dei contagi in aumento preoccupano.

Rispondere, naturalmente, non era un obbligo anche se aderire alla richiesta di accesso civico di una organizzazione seria e qualificata come Cittadinanzattiva, sarebbe stato un importante segnale di trasparenza, da parte di Regione Lombardia, soprattutto nei confronti dei cittadini lombardi.

Tornando ai dati, ci sono Regioni che mostrano incrementi di dosi notevoli come il Lazio + 112%, la Puglia +320%, la Sicilia + 65%, la Toscana +68%, mentre altre mostrano incrementi meno marcati come la Campania +20% e l’Emilia che comunque prevede un possibile ulteriore 20%.

In tutte le Regioni l’avvio della campagna vaccinale, come si diceva più sopra, è prevista tra il 1 ottobre ed il 15 ottobre, e in molti casi sarà estesa fino al 31 gennaio 2020, in linea con quanto suggerito dalla Circolare Ministeriale.

In merito alle misure per fronteggiare una possibile carenza per i soggetti non a rischio le Regioni hanno risposto che avvieranno le misure previste dall’Intesa siglata tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano che prevede l’impegno da parte delle Regioni di garantire una quota minima dell’1,5% di vaccini da redistribuire alle farmacie. L’Emilia Romagna prevede di aumentare la quota al 3% (36.000 dosi) se fosse necessario. Il Lazio potrebbe aumentare la quota al 5%(120.000 dosi).

Diverse anche le misure scelte per agevolare l’accesso, dal coinvolgimento di medici di base e pediatri di famiglia alla scelta di auditorium e palazzetti per erogare le vaccinazioni rispettando il distanziamento.

“E’ molto grave che solo dieci Regioni abbiano risposto alla nostra richiesta di accesso civico, in particolar modo in questo periodo, in cui ci sarebbe bisogno della massima trasparenza, anche per fugare dubbi su chi ha affrontato la necessita’ di approvvigionarsi in tempo di vaccini anti influenzali, e poter intervenire prontamente a supporto delle popolazioni delle regioni in cui questo non sia ancora avvenuto, o sia avvenuto solo parzialmente”, ha commentato il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso.

Qui l’articolo de la Repubblica con una sintesi del report di CittadinanzaAttiva.

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REPORT DI CITTADINANZATTIVA. “Come le Regioni organizzano le vaccinazioni antinfluenzali. Dalla Lombardia nessuna risposta”