(Roma, 24 novembre 2023) – Si è tenuta ieri nella prestigiosa Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati il convegno “Il Rosso e il Verde per il futuro dell’Europa. Italia e Germania tra occupazione e transizione verde“, un evento organizzato dal Partito democratico in collaborazione con la Fondazione tedesca Friedrich Eber.

In tutta Europa le destre hanno individuato un nuovo nemico verso cui indirizzare le proprie strategie politiche nel tentativo di aumentare i propri consensi, la transizione verde. È in corso un tentativo di indebolire il Green Deal a partire dall’idea che esso sia contrario agli interessi delle classi produttive, dei cittadini e dei lavoratori. Noi sappiamo che non è così; ed è esattamente per questo che dobbiamo rafforzare l’azione politica delle forze progressiste europee grazie ad appuntamenti come questi: per essere precisi e convincenti quando si spiega che non solo la transizione ecologica è necessaria, ma è anche conveniente, a patto che se ne sappiano gestire gli effetti distributivi, specialmente, sul lavoro. Per l’elevata integrazione delle catene del valore e gli stretti legami politici ed economici, Italia e Germania si trovano in questa sfida insieme, dando a questo appuntamento anche una valenza strategica per il futuro dell’Europa

Quella che chiamiamo la rivoluzione verde deve essere accompagnata, guidata, governata per non aggravare malessere, povertà, disoccupazione e quindi tensione sociale. Il Green Deal europeo è il tentativo appunto dell’Europa di rispondere a questa fondamentale sfida. La transizione ecologica è equiparabile ad una nuova rivoluzione industriale e come tale deve essere affrontata.

Non è un caso che le due direttrici principali del PNRR, fissate a livello europeo dal Next Generation EU, siano proprio le due grandi transizioni, quella verde e quella digitale. Decarbonizzazione e Digitalizzazione sono i due processi del nostro tempo che richiedono politiche industriali e di accompagnamento e sostegno all’occupazione adeguate. Eppure il Green Deal è fondamentale e al tempo stesso divisivo. Oggi, infatti, la battaglia politica europea gravita attorno a due grandi tematiche: quella migratoria, presente già da diversi anni, a cui si è aggiunta quella ambientale e sociale.

Il Piano di azione Italia-Germania firmato dalla premier Meloni e dal cancelliere Scholz è un patto di collaborazione che possiamo accogliere con interesse vigilando sull’effettiva pratica e urgenza. Sarebbe in effetti un’occasione interessante se inserito in una dimensione di cooperazione ed effettivo sostegno reciproco e magari sperimentasse davvero forme di collaborazione da estendere tra tutti i paesi dell’Unione. Perché un’Europa ‘a la carte’ non può essere la dimensione del nostro secolo, quando è sempre più evidente la necessità di sostegno e interazione e diventa davvero impossibile il piccolo cabotaggio di fronte a problemi di dimensione planetaria ed epocale, dal cambiamento climatico al degrado ambientale, dalle disuguaglianze sociali alle guerre. Sfide che nessuno Stato può pensare di affrontare da solo, in una dimensione nazionale e meno che mai sovranista.

Qui per rivedere il convegno.

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TRANSIZIONE VERDE: “Rafforzare l’azione progressista europea per il Green Deal”
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