(Roma, 16 novembre 2021) – Quello di oggi è l’ultimo numero, l’ultimo giorno in edicola del Corriere di Como. Si perde una voce dell’informazione locale e con essa un po’ di libertà e di democrazia. Si diventa un po’ più poveri tutti: di sapere, di analisi, di opinioni e commenti.
Titoli, righe, colonne, parole di senso prima che di inchiostro, pensate e poi stampate sulla carta, a formare quel quotidiano che noi comaschi affettuosamente chiamiamo il “Corrierino”. Notizie, fatti, inchieste che legati insieme hanno scritto e descritto Como, raccontato giorno dopo giorno la storia di una comunità e insieme di una città, informato con serietà e professionalità.
Si spengono le rotative, finisce l’inchiostro, si fermano la redazione, i giornalisti e i tanti lavoratori che in questi 24 anni hanno reso un servizio importante di qualità e plurale al nostro territorio.
Ai giornalisti, ai poligrafici, ai lavoratori, ai collaboratori il mio personale ringraziamento per le tante occasioni di confronto e la mia solidarietà. Con un augurio, seppur difficile da realizzarsi, che quello di oggi non sia un addio ma un arrivederci.