(Roma, 24 giugno 2021) – Ieri pomeriggio la Commissione Lavoro della Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge sulla parità salariale che prevede la creazione di nuovi meccanismi di trasparenza da parte delle aziende attraverso il rapporto sulla situazione del personale e la certificazione sulla parità di genere. L’obiettivo è quello di innescare un percorso virtuoso al fine di rimuovere le differenziazioni purtroppo esistenti nel mondo del lavoro tra uomini e donne.
Il gender pay gap in Italia, infatti, può arrivare al 20% in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai loro colleghi uomini, mentre solo il 28% dei manager nel nostro Paese sono donne. L’approvazione della pdl sulla parità salariale segna come ha precisato la relatrice Chiara Gribaudo, “Un passo avanti fondamentale nella lotta contro il gender pay gap e contro le discriminazioni di genere sul posto di lavoro”.
Una garanzia in più a tutela delle donne lavoratrici che affianca un’altra proposta di legge presentata dal Partito Democratico, sempre ieri, nel corso di una conferenza stampa, riguardante l’impegno del PD a “Dare impulso all’occupazione femminile, contrastare il lavoro nero, favorire il rientro dopo la maternità“. Una proposta che poggia come ha spiegato la capogruppo PD alla Camera, Debora Serracchiani, su tre pilastri.
Il primo, l’Assegno unico universale, strumento per la natalità e di aiuto e sostegno alle famiglie. Il secondo, la tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito, che serve proprio a incentivare l’occupazione femminile e ad aiutare le donne a rientrare al lavoro dopo un periodo di fermo o maternità. Infine, il terzo pilastro, quello che ieri siamo riusciti ad ottenere con una prima approvazione della legge sulla parità salariale.
Un cammino al quale il PD ha sempre creduto e per il quale da anni stiamo cercando concretamente di aprire la strada. Oggi iniziamo a muovere i primi passi, speriamo di vedere presto i primi risultati.