(Milano, 19 gennaio 2021) – Ieri la vice presidente e neo assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, in una lettera destinata al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Arcuri, ha avanzato la richiesta di attuare una distribuzione dei vaccini anti Covid che tenga conto, tra gli altri parametri, anche del Prodotto interno lordo (Pil), delle singole Regioni.
La Lombardia vorrebbe quindi chiedere la distribuzione del vaccino in Italia sulla base del Pil.
Sono strane e pericolose associazioni quelle tra Pil e vaccini, tra la possibilità di ricevere vaccini contro il Covid e la capacità di produrre ricchezza.
E’ come dire che per la Moratti e il centrodestra lombardo c’è chi vale più di altri per la ricchezza che possiede e per la maggiore capacità di produrre Pil. Arriviamo al punto di chiedere di inserire tra i criteri cardine nella distribuzione dei vaccini anti Covid-19, il contributo che ciascuna Regione dà al Pil nazionale? Cioè a dare più vaccini ai più ricchi? A creare differenziazioni nella cura sulla base della ricchiezza territoriale? A far entrare pericolosamente logiche di produzione, di mercato nel campo del diritto alla salute?
Una proposta irricevibile e indicibile. Non può essere il Pil il parametro per l’accesso ai vaccini, né a livello nazionale, né mondiale. Sarebbe come rinunciare al senso profondo del diritto alla salute, un diritto umano individuale, inviolabile; un bene pubblico essenziale e universale.
Il vaccino è un bene comune, un bene di tutti, e in nessun modo può essere regolato da leggi di mercato o distribuito sulla base del Pil.
Senza contare che poi, in Italia, la legge 833 del 1978 istituì il Servizio Sanitario Nazionale ancorandolo a tre principi cardine: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità.
La miglior risposta istituzionale alla neo assessore Moratti la dà il ministro della Salute Roberto Speranza: “Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più.” Con buona pace della Moratti e delle logiche perverse di una Regione Lombardia che non ne azzecca più una.