(Roma, 28 settembre 2020) – Se la bocciatura del referendum “anti frontalieri” è stata una buona notizia per le relazioni tra Roma e Berna, non possiamo far finta di non vedere l’affermazione, seppur risicata, dei “” in Canton Ticino e i toni xenofobi che hanno accompagnato la campagna referendaria oltreconfine.

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L’economia dei territori di frontiera non può ogni volta essere messa in discussione dalle iniziative politiche dei partiti sovranisti ticinesi e non sono più accettabili campagne discriminatorie nei confronti dei nostri lavoratori.

Per questo motivo come PD siamo convinti che il risultato referendario del 27 settembre possa essere finalmente un punto di partenza per la costruzione di un sistema che metta una volte per tutte al sicuro due principi cardini: non un euro di meno ai Comuni di frontiera, non un euro in più di tasse ai lavoratori frontalieri.

Nel futuro accordo i Comuni di frontiera dovranno continuare a percepire lo stesso livello di risorse garantito dal sistema dei ristorni, fondi necessari per dare a tutti i cittadini i servizi essenziali; allo stesso tempo non dovrà esserci aumento della tassazione per gli attuali lavoratori frontalieri, che hanno progettato la propria vita sulla base del sistema fiscale attualmente in vigore.

La visita in Italia della Presidente della Confederazione Elvetica, Simonetta Sommaruga, che si terrà già domani sarà un primo e importante momento per affrontare le questioni aperte tra i due Paesi, a partire anche dalla valorizzazione delle economie di frontiera.

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ACCORDO ITALIA-SVIZZERA: “Non un euro in meno ai Comuni, non un euro in più di tasse per i lavoratori frontalieri. Ecco le nostre condizioni”
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