(Milano, 9 settembre 2020) – Pubblico qui sotto alcune considerazioni sostenute da dati e numeri espresse dal Gruppo consiliare del Partito Democratico di Regione Lombardia relativi alla situazione della sanità lombarda.

Possono girarci intorno come vogliono ma poi ci sono i numeri a raccontare la verità: dove c’è Lega c’è privatizzazione della sanità e una progressiva ospedalizzazione della risposta sanitaria a danno della medicina territoriale. In Lombardia, nel 1997, i posti letto in mano ai privati erano il 17%. Oggi sono arrivati al 40%.

Gli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) privati sono diventati 14. I pubblici? 4.

E i presidi sanitari territoriali? Spariti, al punto che, nel 2019, la Regione presentava un 70% di accessi impropri al Pronto soccorso. Ad oggi, la Lombardia è la regione con il minor numero di medici di base in rapporto alla popolazione (1 ogni 1.400), superata solo dalla provincia autonoma di Bolzano. Fontana e la sua giunta non hanno mai puntato sui medici di base trattandoli come dei burocrati passacarte, famosa è la frase del leghista Giorgetti: “Chi ci va più dal medico di base“.

Come può un sistema così iniquo essere considerato un modello? Com’è possibile che qualcuno abbia il coraggio anche solo di pensare di volerlo esportare altrove?

Il nostro modello, quello del Parito Democratico, è un altro: è quello di puntare sui presidi sanitari territoriali, quello delle case della salute, dei poliambulatori, della regia pubblica per un accesso universale e aperto per un diritto alla salute sia davvero a misura di ogni cittadino, di Comuni piccoli e Comuni grandi.

La Lega ha un solo obiettivo: arricchire i pochi a scapito dei tanti. Anzi, a scapito di tutti. Abbiamo il dovere di impedirlo: la salute delle persone, la loro vita, viene prima del profitto.

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SANITA’: “Dove c’è la Lega c’è la privatizzazione della sanità”
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