(Roma, 8 settembre 2020) – Oggi è la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione che per l’edizione 2020 ha come tema “L’insegnamento e l’apprendimento nella crisi Covid-19 e oltre“. Istituita nel 1966 dall’Unesco, la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione mira a ricordare a tutti l’importanza dell’istruzione per i sinfoli individui, le comunità e la società insieme al bisogno di intensificare gli sforzi per avere società più istruite.
Non è un caso, infatti, se il tema dell’alfabetizzazione è anche uno dei punti chiave dei Sustainable Development Goals contenuti nell’Agenda 2030 dell’Onu. Gli obiettivi di sostenibilità promuovono l’accesso a un’istruzione di qualità e a possibilità di apprendimento uguali per tutti.
Secondo i dati più recenti dell’Unesco (2008), 774 milioni di adulti non sanno leggere e scrivere. Accanto a queste cifre occorre inoltre aggiungere i numeri relativi al fenomeno dell’analfabetismo funzionale: una condizione che colpisce chi sa leggere e scrivere, sa esprimersi in modo corretto, ma non è in grado di raggiungere un adeguato livello di comprensione e analisi di un discorso complesso. I dati più attendibili sul fenomeno dell’analfabetismo funzionale in Italia sono quelli dell’indagine Piaac-Ocse del 2019. Secondo questa statistica, in Italia il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. È un dato tra i più alti d’Europa, eguagliato dalla Spagna e superato dalla Turchia al 47%.
Oggi sul tema è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che su questa delicata questione non ha mancato di far avere il suo messaggio.
“L’alfabetizzazione – ha detto il Capo dello Stato – è una sfida che impegna le diverse comunità nei confronti di tutte le generazioni. Non c’è pienezza nella libertà e nell’esercizio dei diritti senza la capacità di leggere, di scrivere, di fare calcoli. La Giornata internazionale per l’alfabetizzazione 2020 è un’occasione per riflettere sull’utilizzo di metodologie didattiche innovative. Al tempo stesso, però, la pandemia ha allargato in molti contesti il divario sociale e digitale, rimarcando le difficoltà dei più vulnerabili.”
“La crisi che stiamo vivendo impone di dedicare attenzione al divario di conoscenze e di opportunità, che rischia di accentuarsi proprio a causa dell’impatto della pandemia globale sui sistemi di istruzione e sulle dinamiche socio-economiche. La chiusura delle scuole e, nei Paesi dove è stato possibile, l’utilizzo delle tecnologie informatiche per la didattica a distanza, hanno inciso sull’apprendimento e sui programmi di formazione. Pur fra grandi difficoltà, e con il concorso degli insegnanti, i periodi di forzata permanenza a casa sono stati per tanti studenti ragione di accelerazione dell’utilizzo degli strumenti digitali.
La Giornata internazionale 2020 può rappresentare, dunque, un’occasione per riflettere sull’utilizzo di metodologie didattiche innovative e per sostenere educatori e studenti nei processi di apprendimento. Al tempo stesso, però, la pandemia ha allargato in molti contesti il divario sociale e digitale, rimarcando le difficoltà dei più vulnerabili. Il tema del divario non riguarda soltanto la scuola, né soltanto i giovani.
L’alfabetizzazione è una sfida che impegna le diverse comunità nei confronti di tutte le generazioni. Non c’è pienezza nella libertà e nell’esercizio dei diritti senza la capacità di leggere, di scrivere, di fare calcoli. A queste condizioni si aggiunge oggi l’accesso alla comunicazione digitale che, laddove è impraticabile, accentua ulteriormente gli squilibri legati alle competenze, alle condizioni economiche e territoriali. Investire sull’alfabetizzazione, migliorare l’apprendimento, impedire l’analfabetismo di ritorno significa offrire, a giovani e adulti, strumenti per creare società sostenibili, stabili e inclusive, condizioni idonee a scongiurare conflitti, diseguaglianze ed esclusioni sociali, migrazioni per necessità”.