(Como, 29 aprile 2020) – “Como, dal punto di vista investigativo, è il territorio che ci dà più lavoro” lo diceva l’autunno scorso il procuratore aggiunto di Milano, Alessandra Dolci, capo della Direzione Distrettuale Antimafia parlando della ‘ndrangheta nella nostra provincia.

Oggi dalle colonne de La Provincia di Como, intervistata da Paolo Moretti, il capo della DDA ribadisce in modo lapidario il concetto: “Certo, Como sicuramente resta ancora prima nella classifica”. E ancora: “La ’ndrangheta è già al lavoro per fare affari al tempo del covid19”: “monitoriamo una certa frenesia nell’accaparrarsi presidi di protezione, kit sanitari, kit Covid, materiale medico” come anche “grande interesse per lo smaltimento dei rifiuti Covid”.

E poi c’è l’attenzione per il “settore del turismo in crisi, che da sempre fa gola alle mafie”, mafie che sono brave ad “intercettare il nuovo disagio sociale”, che approfittando della dura crisi economica e del bisogno di liquidità delle imprese puntano a mettere in circolo, “fiumi di denaro in nero” che andranno ad alimentare il “welfare della criminalità organizzata”.

Parole ruvide, fredde e pulite come l’acciaio che ci devono far riflettere e mettere in allarme sul rischio che la ’ndrangheta sfrutti la crisi economica causata dall’epidemia.

L’urgenza di sostenere il sistema produttivo non deve far abbassare la guardia sull’attuazione di misure di prevenzione dell’attività criminale.

Nella Commissione parlamentare di inchiesta Ecomafie abbiamo già avviato un approfondimento specifico proprio sulla gestione dei rifiuti nel periodo dell’emergenza Covid-19, consapevoli che questo può essere uno dei fronti più critici e purtroppo appetibili per la criminalità organizzata. Nei periodi di emergenza il malaffare cerca e spesso trova spazi che le istituzioni non devono lasciare liberi, dando risposte necessarie e in tempi rapidi per far funzionare la filiera del trattamento dello smaltimento.

Share Button
COVID-19: “Un affare per la ‘ndrangheta”
Tag: