(Roma, 07 giugno 2019) – “Un sistema, cinque anni fa assente, ora comincia a funzionare seppur con vari meccanismi ancora da perfezionare e migliorare”. Questa la sintesi di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione (ANAC), nel presentare la Relazione annuale sulle attività svolte nel 2018.

Nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, l’ANAC ha fatto il punto sui risultati raggiunti a livello nazionale e internazionale, individuando alcune criticità che, inevitabilmente, si “scontrano” con l’agenda politica, come il cosiddetto decreto “Sblocca Cantieri“, la revisione del Codice degli Appalti, la necessità di intervenire sul conflitto d’interessi e “l’incremento esponenziale delle imprese raggiunte da interdittive antimafia”.

Dal punto di vista del rating nella lotta ai fenomeni corruttivi, l’Italia ha registrato “un miglioramento di ben 16 posizioni, passando da un’inaccettabile 69° posto all’appena incoraggiante 53° dell’ultimo rapporto”, come osservato dal magistrato a capo dell’Autorità da cinque anni.

Da luglio 2014 a dicembre 2018 l’Autorità ha aperto oltre 30.000 fascicoli istruttori, effettuando circa 200 verifiche ispettive. Ha reso oltre 3.150 pareri in materia soprattutto di contratti pubblici e stipulato 78 protocolli di vigilanza collaborativa, che hanno consentito di verificare più di 200 procedure di particolare rilevanza o impatto economico, cui vanno aggiunti ulteriori 10 accordi di alta sorveglianza su grandi eventi da cui sono scaturiti oltre 1.000 pareri elaborati dall’Unità Operativa Speciale”, ha detto Cantone, ricordando i risultati raggiunti.

Il Presidente dell’ANAC, il cui mandato scadrà nella primavera del 2020, ha voluto sottolineare le difficoltà che stanno emergendo, da parte della politica, nel difendere il Codice degli appalti: “Da un giorno all’altro è diventato figlio di nessuno e soprattutto si è trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo”.

Nonostante Cantone definisca “legittima” la decisione di Governo e Parlamento di apportare alcune modifiche, non nasconde che lo “Sblocca Cantieri” “incide anche sui poteri dell’ANAC, prevedendo il ritorno al regolamento attuativo in luogo delle linee guida dell’Autorità”, e paventando l’ipotesi che “una soglia abbastanza alta (150 mila euro) entro la quale adottare una procedura molto semplificata (richiesta di soli tre preventivi)” possa determinare l’aumento di “scelte arbitrarie e fatti corruttivi“.

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ANAC -Relazione annuale, Cantone: “Un sistema che comincia a funzionare. Dal 2014 30.000 fascicoli. No a Deregulation”
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