(Roma, 11 luglio 2024) – Il decreto legge Agricoltura di Lollobrigida, già approvato a Palazzo Madama, in questi giorni in discussione alla Camera, è un’occasione persa. Lo abbiamo ribadito anche nella conferenza stampa che come Partito democratico abbiamo promosso per denunciare il solito modus operandi del Governo: un paio d’ore di discussione in Commissione, quindi la fiducia in Aula. Ancora una volta si è scelto di intervenire sulle gravi problematicità che toccano il nostro Paese senza risorse, in maniera temporanea, non strutturale. Questa volta è toccato al settore primario dell’agricoltura. Dal Governo c’è una chiusura netta al confronto.
Entrando nel merito delle questioni, nel dl Agricoltura sono previste solo misure tardive e non strutturali. Degli spot buoni per la propaganda ma molto meno utili per risolvere le grandi questioni del settore, dai danni dovuti alla crisi climatica fino al caporalato.
Sulla crisi climatica, infatti, e sulla necessità di ‘accompagnare’ gli agricoltori alla transizione ecologica c’è un atteggiamento di negazione del problema o almeno una scarsa consapevolezza.
Sul rischio siccità e sulla diffusione dell’epidemia di peste suina le risposte del Governo sono affidate a commissari che non hanno mosso una zolla di terra, e non hanno risorse adeguate.
Per non parlare del caporalato, per il quale ancora attendiamo una risposta dopo l’uccisione – perché così va definita – di Satnam Singh. La sua morte richiederebbe ben altre misure da parte del Governo. Mentre le nostre proposte restano sempre sul tavolo.
L’agricoltura ha bisogno di interventi strutturali, che ricollocano il comparto e lo rendono protagonista nella fase complessa della transizione ecologica. Così com’è dalla peste suina, dal giusto prezzo al caporalato passando per la gestione della fauna selvatica è un provvedimento che non dà risposte strutturali ma gestisce ordinariamente questioni emergenziali, e lo fa con estremo ritardo.
Sarà una estate all’insegna della crisi idrica e della siccità e da Salvini, Lollobrigida e Fitto ci si limiterà ad organizzare l’emergenza portando, dove possibile, navi e autobotti per non lasciare i rubinetti chiusi delle case e le aree agricole senza le necessarie irrigazioni. Ma nessuna misura per affrontare strutturalmente i mutamenti climatici.
Il Governo interviene sempre dopo e sull’emergenza, quando ormai si contano i danni.