(Roma, 17 luglio 2025) – Mentre in Parlamento chiedevamo la sospensione del Memorandum d’intesa sulla cooperazione militare e nella difesa con il governo di Israele, arrivavano notizie dell’ennesimo bombardamento nella Striscia di Gaza: questa volta è stata colpita una chiesa cattolica, con due morti e il parroco, Padre Romanelli, gravemente ferito.
Non ci sono più parole. Bisogna agire, e farlo in fretta, per fermare la violenza distruttrice di Netanyahu. Non possiamo più voltare lo sguardo altrove.
Le forze di Governo evitino frasi di circostanza mentre votano contro la nostra mozione contro l’intesa militare. La nostra richiesta non è un gesto ideologico, ma un atto di responsabilità, anche morale. Quel memorandum con Israele non è più compatibile con i principi della Costituzione, con la dignità umana e con il diritto internazionale.
Abbiamo chiesto al Governo di compiere una scelta politica che è anche una scelta etica, come non è stato fatto in Europa: un passo avanti, una risposta concreta a una tragedia che ha assunto dimensioni inumane.
Anche la Presidente Meloni, con due anni di ritardo, ha dichiarato che non sono più accettabili attacchi ai civili. Eppure, continuiamo ad assistere a una cancellazione progressiva della vita a Gaza: non numeri, ma persone.
Per questo chiediamo al Governo un atto concreto, non simbolico: affermare con chiarezza che la pace si costruisce con il diritto, la giustizia e la verità. Sarebbe imperdonabile non usare tutti gli strumenti a disposizione per fermare il crimine in atto a Gaza.
Qui sotto la mia dichiarazione di voto alla Camera per la sospensione del Memorandum e per chiedere al Governo Meloni di uscire dall’immobilismo e agire al più presto.