(Roma, 16 gennaio 2025) – Non un emendamento, non un intervento su un provvedimento che mette mano alla Costituzione è stato possibile fare alle opposizioni, ma neppure alla maggioranza: il ddl di riforma costituzionale oggi approvato in prima lettura, è stato votato a colpi di maggioranza senza un vero confronto su un tema delicatissimo come la giustizia.
Non si è affrontato nessun vero problema che interessa i cittadini come la durata dei processi o le risorse per il funzionamento. Però con la separazione delle carriere dei magistrati si attacca la loro autonomia e la loro indipendenza, si apre la strada all’assoggettamento del Pubblico ministero al potere esecutivo, si persegue un modello che oggi è superato e messo in discussione in molti Paesi.
Un altro provvedimento mosso da ideologia e da intento punitivo verso la Magistratura. È così che si avvicina l’Italia ai peggiori modelli illiberali amici della Meloni.
Il ddl passa ora passerà all’esame del Senato per la seconda delle quattro letture previste per le leggi di modifica della Costituzione.