(Roma, 11 dicembre 2024) – Se la questione ambientale è una delle grandi sfide del nostro tempo, il Governo Meloni manca ancora una volta il bersaglio. In questi giorni infatti è stato approvato in via definitiva il decreto Ambiente un provvedimento sul quale il PD ha votato contro: non c’è nulla distrategico, non c’è una visione organica d’insieme, manca della volontà politica di condurre l’Italiaa liberarsi delle fonti fossili attraverso una transizione ecologica ordinata e virtuosa, al fine di proteggere l’ambiente e raggiungere la neutralità climatica.
E’ l’ennesimo decreto-legge improntato alla logica dell’emergenza, dei commissariamenti, degli interventi sui sintomi dei problemi e mai sulle cause profonde, sulla prevenzione, sulla pianificazione.
Si occupa di valutazioni ambientali per accelerare i progetti strategici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che sono già due grandi fallimenti del Governo e della sua maggioranza.
Non è coerente con gli obiettivi di transizione energetica che l’Italia si è data nel quadro europeo e internazionale, perché le norme appena approvate rischiano di ostacolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, favorendo in maniera indiretta le fonti fossili.
Mentre vengono ignorate alcune tecnologie innovative come gli impianti eolici offshore, il fotovoltaico galleggiante, i progetti di repowering, quegli impianti fotovoltaici onshore di potenza inferiore ai 50 megawatt; mentre vengono considerati come prioritari gli impianti di stoccaggio di CO2.
Altro elemento critico: viene ridotta la distanza dalle linee di costa in cui sono vietate la ricerca e l’estrazione di idrocarburi in mare, diminuendola da 12 a 9 miglia.
Solo grazie alla battaglia del Pd e delle altre opposizioni, è stato sventato al Senato un vero e proprio colpo di mano contro l’acqua pubblica. Un emendamento di Forza Italia, infatti, prevedeva l’affidamento diretto del servizio idrico a società in house ma con la partecipazione obbligatoria di capitali privati, calpestando così la volontà che gli italiani hanno espresso con grande chiarezza nel 2011, in occasione del referendum sull’acqua, che deve restare pubblica.
Sul tema ambiente ci sarebbe bisogno sempre di equilibrio, responsabilità e condivisione, mentre su queste questioni il Governo esprime costantemente un misto di negazionismo, ambiguità, malafede, nostalgia del passato e fastidio per la sostenibilità, di cui vede solo i costi e non l’impellente necessità. Noi del Partito democratico, invece, consideriamo quello dell’adattamento e la mitigazione per il contrasto al cambiamento climatico come la sfida più importante per guardare al futuro, per guardare in faccia alle giovani generazioni con una responsabilità morale seria di garantire loro la salvaguardia della biodiversità e della sostenibilità del pianeta.