(Roma, 14 ottobre 2024) – I centri per migranti in Albania rappresentano una pagina buia per il nostro Paese perché rappresentano una palese violazione dei diritti umani e determinano uno spreco enorme di risorse pubbliche. Come evidenziato nell’interrogazione parlamentare che abbiamo appena depositato alla Camera e al Senato, esprimiamo inoltre forte preoccupazione per le modalità con cui questa operazione è stata gestita.
I centri per migranti in Albania sono un grave spreco di denaro pubblico oltreché la dimostrazione di una politica miope e inadeguata, che mette gravemente in discussione i diritti umani e tenta di aggirare le responsabilità piuttosto che affrontarle con coraggio e umanità.
Tutti gli appalti relativi alla costruzione e gestione dei centri di Gjader e Shengijn in Albania sono stati infatti assegnati in deroga alle norme sugli appalti pubblici sollevando gravi dubbi sulla trasparenza e la legalità.
Qual è stato l’importo speso fino ad oggi per la realizzazione dei centri di Gjader e Shengijn in Albania? E chi ha operato? Il Governo renda pubblico l’elenco delle ditte impegnate, in appalto e in subappalto, nella realizzazione e nella successiva gestione dei due centri di Gjader e Shengijn e sulla base di quali criteri sono state selezionate allo scopo di avere la massima trasparenza in considerazione della delicatezza della questione.
Come già emerso da inchieste giornalistiche e atti appalti per un valore di circa 60 milioni di euro sono stati assegnati dal Ministero della Difesa tramite Segredifesa in deroga alle norme vigenti sugli appalti, sollevando dubbi sulla trasparenza e sulla legalità dell’intero processo e aggravando il rischio di sprechi di risorse pubbliche. Inoltre è un accordo inutile perché al massimo gli hotspot potrebbero accogliere 36 mila persone su 160.000 che sono arrivate solo lo scorso anno in Italia. E soprattutto è estremamente costoso: quasi un miliardo di euro di fondi pubblici.
A preoccupare è soprattutto il rispetto dei diritti umani: la recente sentenza della Corte di Giustizia europea in materia di “Paesi sicuri” mette in discussione la legittimità di delegare la gestione dei migranti a Paesi terzi come l’Albania, sollevando dubbi sulla conformità di queste politiche agli standard internazionali.
La politica del Governo appare sempre più orientata a scaricare la gestione dei flussi migratori su altri Paesi, eludendo le responsabilità dirette e violando principi fondamentali del diritto internazionale, compromettendo i diritti fondamentali di migliaia di persone. Non possiamo permettere che questioni così delicate siano trattate senza la necessaria chiarezza e responsabilità in ambiti così delicati dove si corre il rischio concreto di violazione dei diritti umani, come già evidenziato da diverse organizzazioni internazionali.
Questa scelta del Governo non rispetta né la dignità delle persone migranti, né i valori sanciti dal diritto internazionale, su cui l’Italia ha costruito la propria identità. Chiediamo dunque al Governo di fare piena chiarezza sul rispetto dei diritti umani dei migranti, insieme alla massima trasparenza nella pubblicazione dei dati sugli appalti e sulle ditte coinvolte, affinché l’utilizzo delle risorse pubbliche e il rispetto delle leggi siano garantiti.