(Roma, 31 maggio 2023) – Stamane il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di ratifica degli Accordi tra Ialia e Svizzera. Un importante risultato, atteso da anni dai territori di confine e soprattutto dai lavoratori frontalieri italiani in Svizzera.
Con il voto di oggi si conclude un percorso iniziato nel 2017 con la presentazione di un ordine del giorno voluto dal Partito Democratico, proseguito in questi anni, che oggi termina con l’approvazione di una nuova intesa bilaterale tra Italia e Svizzera nella quale vengono aggiornate, migliorate e adeguate le norme a tutela dei lavoratori e del lavoro frontaliero. Un’intesa che restituisce e riconosce il giusto valore ad un intero ambito economico strategico in termini di produzione di ricchezza e di sviluppo per i territori, gli enti e i Comuni delle fasce di confine.
Il nuovo Accordo fiscale garantisce un trattamento più equo e corretto per i lavoratori frontalieri attraverso l’introduzione del principio di reciprocità, il passaggio dalla tassazione esclusiva a quella concorrente all’80% tra Svizzera e Italia, il divieto riconfermato della doppia imposizione, l’aumento della franchigia a 10 mila euro con la garanzia di un bonus fiscale aggiuntivo di 2.500 euro, la deducibilità dei contributi obbligatori per il prepensionamento, la non imponibilità degli assegni familiari, le nuove modalità di calcolo della Naspi, la distinzione tra i nuovi frontalieri e frontalieri attuali, la conferma fino al 2033 del sistema dei ristorni in favore dei Comuni di confine e la garanzia, dopo tale periodo, del mantenimento delle stesse risorse a livello locale tramite l’istituzione di un apposito fondo con dotazione pari a 89 milioni annui a decorrere dal 2025, unitamente alla creazione di un ulteriore fondo specifico per i progetti infrastrutturali e socio-economici, che partirà da una dotazione iniziale di 1,66 milioni di euro, per arrivare, nel 2045, a oltre 220 milioni di euro destinati alle aree di frontiera.
Unico punto di preoccupazione è il ritardo con il quale il Governo sta affrontando la questione, ancora oggi lasciata aperta e quindi irrisolta, della disciplina del telelavoro per i frontalieri; una mancanza sulla quale continueremo a incalzare il Governo.