(Roma, 16 marzo 2023) – Dalla Gran Bretagna ci giunge l’ultimo inedito e preoccupante studio sullo stato di salute dell’ecosistema marino. Il 5 Gyres Institute ha infatti valutato, in una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica ‘Plos One, le tendenze di espansione della plastica negli oceani dal 1979 al 2019. I risultati sono impressionanti: più di 171 trilioni (miliardi di miliardi) sono i pezzi di plastica contenuti nei mari del mondo. Erano 16 trilioni soltanto nel 2005 e in previsione ora potrebbero triplicare entro il 2040 se non verranno prese contromisure adeguate.

Un aumento senza precedenti. Del resto, ogni anno sono prodotti circa 400 milioni di tonnellate di plastica al mondo.

La più alta concentrazione di plastica oceanica si trova attualmente nel Mar Mediterraneo, con alcune grandi masse galleggianti trovate altrove come nella Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica situata nell’Oceano Pacifico.

C’è plastica dappertutto, non solo ci circonda, ci sovrasta ma è anche dentro di noi. Ritroviamo le microplastiche nei mari e negli oceani ma anche nell’acqua potabile che beviamo o in quella che usiamo per coltivare. Le rinveniamo ovunque, anche nei polmoni umani, nel sangue e nella placenta: si calcola che ne assorbiamo circa 5 grammi a settimana anche se gli scienziati affermano di non saperne ancora abbastanza sull’influenza negativa delle microplastiche per la salute dell’uomo.

Occorre comunque intervenire. I ricercatori e gli uomini di scienza non usano mezzi termini, chiedono una riduzione della produzione di materie plastiche avvertendo che la “pulizia di oceani e mari è inutile” se le plastiche continuano a essere immesse nell’ambiente al ritmo attuale.

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AMBIENTE: “171 trilioni di pezzi di plastica negli oceani. Numeri impressionanti”
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