Foto: Corriere della Sera

(Roma, 28 dicembre 2022) – Arrivano da tutti i quartieri della città, in fila aspettano il loro turno per ritirare il pane, la pasta, il latte. Sabato scorso, vigilia di Natale, a mettersi in coda per il pacco della onlus “Pane quotidiano” a Milano erano in più di duemila persone in viale Toscana, ancora di più in viale Monza. Oltre ai beni alimentari di prima necessità c’erano anche il panettone e qualche regalo per i più piccoli. Diecimila persone in due gironi, il 24 e il 25 dicembre. “Numeri impressionanti”, che lo diventano ancora di più se consideriamo la loro parzialità: al conteggio andrebbero, infatti, aggiunti tutti quegli aiuti offerti dalle diverse associazioni, istituzioni, mense, reti di volontariato dell’area metropolitana milanese.

E’ una spia della povertà nel capoluogo lombardo; la cifra di chi a Milano non ce la fa. Tra loro non solo persone che vivono in condizioni di povertà assoluta ma anche famiglie in difficoltà economiche che si dibattono tra affitti, caro energia, bollette, libri di scuola dei figli, ma anche con lavori che non consentono di arrivare a fine mese.

Di fronte a simili evidenti condizioni di bisogno la prima Legge di Bilancio del Governo Meloni non fa altro che intervenire andando a colpire proprio i poveri e le situazioni di fragilità. Una manovra che depotenzia e revoca le misure di lotta alla povertà, senza nemmeno adeguatamente sostituirle, lasciando invece un pericoloso vuoto; una legge di bilancio che non investe nella scuola, che non ha un piano per le politiche attive, che, per la prima volta dopo anni, non rifinanzia il sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, che non sostiene la sanità pubblica. Una manovra ingiusta e iniqua che, se non corretta, non farà altro che aumentare quella coda silenziosa e impressionante vista i giorni scorsi a Milano.

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