(Roma, 15 dicembre 2022) – Le ecomafie “continuano ad affondare le loro radici nell’ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata in un triangolo perfetto”. E’ l’allarme lanciato da Legambiente con il report “Ecomafia 2022“, presentato ieri a Roma.

Un lavoro, quello del Rapporto Ecomafia, che ci accompagna da anni ed è un punto di riferimento, un patrimonio di dati, di conoscenza messa a sistema decisvo per comprendere e analizzare in profondità il tema delle criminalità ambientale in Italia.

Un riferimento, quindi, importante che non solo ha affiancato la lunga marcia per l’approvazione della Legge sugli Ecoreati (Legge 68/2015) ma l’ha accompagnata anche negli anni successivi, svolgendo quindi un ruolo centrale per la verifica dell’efficacia di questa legge. Provvedimento che ha dimostrato di dare luogo ad uno scarto positivo nella repressione ma anche nella prevenzione dei reati ambientali. Al contempo ha consentito di alzare il livello di guardia, fornendo alle Forze di polizia e alla Magistratura strumenti più adeguati per perseguire e contrastare tali reati, di accrescere la consapevolezza sociale verso i comportamenti illeciti e illegali in quest’ambito, ma anche di avere un effetto positivo sulla prevezione.

Di seguito alcuni dati di sintesi emersi dal Rapporto, mentre più sotto il video del mio intervento durante la presentazione.

Nel 2021 i reati contro l’ambiente non sono scesi sotto quota 30mila nonostante una lieve flessione, con una media di quasi 84 reati al giorno. Sono 59.268, invece, gli illeciti amministrativi contestati, con una media di 162 al giorno. La somma di reati e illeciti fotografano un Paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente.

A pesare è “la mano della corruzione; 9.490 i reati nel ciclo del cemento illegale, a seguire quelli dei rifiuti (8.473) e contro la fauna (6.215). C’è un’impennata dei reati contro il patrimonio boschivo e storico-culturale, con un aumento anche dei furti di opere d’arte.

Il risultato è “un attacco diretto, nudo e crudo, grazie anche ad una spinta maggiore della corruzione e degli illeciti amministrativi”. Attacco che si traduce da una parte in ferite insostenibili per l’ambiente, la cui tutela dallo scorso febbraio è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, e dall’altra in un ‘bottino’ d’oro per gli ecomafiosi che nel 2021 hanno fatturato 8,8 miliardi di euro.

Qui per approfondire.

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REPORT ECOMAFIA 2022: “Quadro preoccupante”