(Roma, 26 aprile 2022) – Migliorare la consapevolezza dei rischi connessi al melanoma cutaneo attraverso una campagna di sensibilizzazione a favore della prevenzione, anche grazie all’istituzione della Giornata nazionale da fissare il 13 maggio, per una diagnosi precoce, soprattutto tra i più giovani, soggetti più a rischio, e a un Fondo nazionale per la prevenzione. E’ questo l’obiettivo della proposta di legge presentata dal Partito Democratico, a prima firma della deputata, Angela Ianaro, illustrata oggi in conferenza stampa a Montecitorio, insieme ai deputati dem e medici, Graziano Delrio e Paolo Siani.

La prevenzione è il miglior fattore di protezione; le risorse ad essa dedicate non devono essere viste come spese ma come investimenti che salvano vite umane ed evitano i successivi costi delle terapie. Ed è proprio sulla prevenzione che punta la proposta di legge, con azioni integrate tra cui il coinvolgimento delle associazioni e di educatori per sensibilizzare, anche grazie all’istituzione della Giornata nazionale da fissare il 13 maggio, i comportamenti errati, perché i fattori di predisposizione genetica sono importanti ma sono aggravati da condotte che possono essere evitate, come tra i giovani l’esposizione ai raggi ultravioletti.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche alcuni esperti in materia di melanoma cutaneo, una patologia in continua crescita se si pensa che i dati più recenti segnalano un aumento del 20% delle diagnosi del 2020 rispetto al 2019.

Paola Queirolo, coordinatrice del Comitato scientifico Imi e direttore Sc Melanoma, Sarcoma e Tumori Rari Ieo Irccs di Milano, sottolinea come negli “ultimi dieci anni si sono fatti passi avanti nelle cure. Abbiamo pazienti guariti anche nella fase avanzate, abbiamo l’80% pazienti vivi e il 50% liberi da progressione”.

Ignazio Stanganelli, presidente Imi, Direttore Skin Cancer Unit Irccs Irst Istituto Tumori Romagna, informa che i casi di melanoma cutaneo sono stati 15 mila nel 2020″, in un Paese, l’Italia, dove “non sono state mai fatte compagne strutturali di sensibilizzazione”. Si registra una “sopravvivenza al 87,8% a 5 anni tra gli uomini, che è raddoppiata negli ultimi dieci anni, ma possiamo fare di più”. Bisogna in particolare recuperare i ritardi dettati dalla pandemia, perché in questi anni c’è stata una “riduzione di diagnosi del 23%” a causa visite di controllo rinviate. Infine, Francesco Cusano, presidente della Associazione Dermatologi e Venereologi Ospedalieri Italiani, chiede “controlli specifici per chi ha fattori genetici” e poi attenzione ai fattori ambientali, ossia alle pericolose “ustioni da sole in età pediatrica e adolescenziale”. Occorre educare la popolazione a “una corretta esposizione al sole”, conclude l’esperto.

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SANITA’: “PD presenta proposta di legge per prevenire il melanoma cutaneo”
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