(Roma, 15 marzo 2022) – Nei mesi di pandemia da Covid-19 è aumentato il numero di adolescenti e giovani adulti con problemi di salute mentale. I disturbi legati al comportamento alimentare quali anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, obesità, night eating syndrome, ci dicono gli eperti, sono cresciuti in un anno, dal 2020 al 2021, di oltre il 30%. L’età media dei malati si è abbassata ai 13 anni. I morti all’anno superano i 3.500, un tasso di mortalità al secondo posto in Italia subito dopo gli incidenti stradali.
Nel nostro Paese sono almeno 3milioni le persone che soffrono di un disturbo alimentare, anche se la cifra è sottostimata per la difficoltà di intercettarne i casi. Di questi 3 milioni 2,3 riguardano gli adolescenti, giovani e giovanissimi che fanno fatica a far affiorare il disagio.
Ad oggi – fa sapere l’Istituto Superiore di Sanità – sono 108 le strutture accreditate (erano 91 poche settimane fa) su tutto il territorio nazionale (101 del SSN e 7 del privato accreditato): 55 centri al Nord (di cui 19 in Emilia Romagna), 18 al Centro Italia e 35 tra Sud e Isole.
Risultano in carico al 65% dei Centri censiti quasi 9.000 utenti (8.947), prevalentemente di genere femminile 90% rispetto al 10% di maschi. Il 58% degli utenti ha tra i 13 e i 25 anni, il 7% meno di 12 anni. Rispetto alle più frequenti diagnosi l’anoressia nervosa è rappresentata nel 36,2% dei casi, la bulimia nervosa nel 17,9% e il disturbo di binge eating nel 12,4%. Sono 1.099 inoltre i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati: soprattutto psicologi (21%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%).
A livello politico, alcuni passi avanti, negli ultimi mesi, sono stati fatti; passi importanti che ne richiedono altri per dare risposte sanitarie e sociali ai tanti ragazzi che soffrono di disturbi alimentari. Con un emendamento alla Legge di Bilancio 2022, è stato istituito il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e della alimentazione che dispone di una dotazione di 15milioni di euro per il 2022 e di 10milioni per il 2023. Inoltre si sono inseriti i disturbi del comportamento alimentare nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) al di fuori del capitolo della ‘salute mentale’ in cui venivano catalogati in precedenza dando attenzione particolare ad una patologia che sta assumendo contorni dilaganti tra i nostri giovani e che merita di essere affrontata in maniera autonoma.
Quello dei disturbi del comportamento alimentare è un tema che sta diventando sempre più urgente tra gli adolescenti e da cui non si può prescindere nei programmi strutturati di prevenzione. Un disagio profondo, di ragazzi e ragazze, che scaturisce in un problema medico troppo spesso sottovalutato e poco dibattuto, sul quale invece è sempre più chiara l’esigenza di una risposta in termini di sanità pubblica: con strutture e servizi sanitari dedicati e adeguati alla diagnosi e alla cura; con il rafforzamento della comunicazione pubblica; con la capacità di ascolto del malessere dei tanti giovani malati; con la promozione della cultura della corretta alimentazione.