(Roma, 9 agosto 2021) – I danni che la civiltà umana sta causando all’ambiente sono inevitabili o “irreversibili“: lo certifica uno studio delle Nazioni Unite, secondo cui le emissioni di gas serra nell’ambiente, se continueranno con questi ritmi, porteranno le temperature ad aumentare di 1,5°C entro i prossimi dieci anni, superando la soglia definita “di non ritorno“.
Il riscaldamento terrestre è inoltre destinato a provocare un innalzamento di circa due metri del livello dei mari entro la fine di questo secolo, un processo che “non potrà essere invertito“.
Lo studio è stato realizzato dall’International Panel on Climate Change (Ipcc), tra i più autorevoli organismi internazionali del settore, e si tratta del primo studio organico, con dati completamente aggiornati, che viene condotto dal 2013.
Secondo gli esperti, l’unica speranza per evitare o mitigare gli effetti del riscaldamento climatico è una riduzione immediata e consistente delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha avvertito che il genere umano è “in codice rosso”. Una situazione che merita la massima attenzione da parte di tutti, singoli cittadini, città, Paesi, leader di Stato e di governo, mondo economico. Un allarme rosso che dovrà concretamente essere affrontato a settembre alla Cop26, la Conferenza sul Clima internazionale lanciata su iniziativa delle Nazioni Unite, di cui l’Italia detiene la co-presidenza assieme al Regno Unito.
Senza giri di parole, in maniera Inequivocabile Guterres ha poi fatto sapere che: ”L’era dell’energia fossile deve finire” e che “Se adesso uniamo le forze, possiamo invertire la catastrofe climatica. Ma, come il report di oggi chiarisce molto bene, non c’è tempo per ulteriori ritardi ne’ scuse”.
Non serve aggiungere altro, tocca agire, in fretta, prima che sia troppo tardi.