(Roma, 5 maggio 2021) – Una bottiglia di benzina lasciata davanti all’ingresso della fabbrica di famiglia con un biglietto contenente un un messaggio grave e sgrammaticato: “Mettiti a posto ho ti facciamo saltare in aria, cercati un amico”. E’ l’intimidazione che i clan della mafia siciliana hanno recapitato, due anni fa, a Giuseppe Condorelli, titolare della famosissima azienda dolciaria, produttrice dei celebri torroncini Condorelli, fatti oggetto di spot televisivi interpretati dal volto noto di Leo Gullotta.

Minacce di morte che non hanno impedito all’imprenditore siciliano di denunciare il tentativo di estorsione. Episodi che si sono ripetuti nel passato, subiti e sempre denunciati “con convinzione” dai Condorelli, da lui e da suo padre prima di lui.

Dico che denunciare un’aggressione, una minaccia, un’estorsione – afferma Giuseppe Condorelli – è un obbligo per l’imprenditore che in questa Sicilia devastata non ha solo una funzione economica, perché noi svolgiamo un ruolo sociale, direi etico. Ecco perché occorre trovare il coraggio. Altrimenti il male non sarà mai sradicato e noi costringeremo i nostri figli a muoversi in una realtà sempre peggiore. Paura? Certo c’è sempre l’alea, soprattutto quando si ha una famiglia, io ho moglie e due figlie piccole e penso a loro. Ma se si vuole estirpare questa malapianta non c’è che una strada: la denuncia”.

La denuncia di Condorelli ha permesso alla Dda di Catania di disarticolare tre clan legati a Cosa nostra etnea con 40 arresti.

Una storia di onestà, di legalità e lotta alla mafia. La presenza e la vittoria dello Stato.

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CONDORELLI: “L’Italia onesta che non si piega alle mafie”
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