(Roma, 22 aprile 2021) – I cambiamenti climatici in atto stanno trasformando non solo il nostro ecosistema ma anche il nostro modo di vivere, le nostre città, i nostri territori. Stati e cittadini si misureranno con il cambiamento climatico ogni giorno.
L’eredità del nostro modello di sviluppo ha sottoposto tutto il Pianeta a conseguenze di cui pagheranno prezzo soprattutto le generazioni future e la pandemia ha accelerato e reso ancora più evidente questo processo.
Anche negli ultimissimi anni il consumo di suolo agricolo ha proseguito il suo cammino divorando in un solo anno più di 4000 ettari.
Ora abbiamo dinnanzi a noi un’occasione storica, che non possiamo fallire: evitare che la pressante richiesta di ripartenza globale post pandemica si traduca in una semplice riproposizione di ricette del passato. Non c’è tempo da perdere.
Oggi celebriamo in tutto il mondo la Giornata mondiale della Terra, la più grande mobilitazione globale che dal 1970 richiama alla tutela del pianeta tutte le culture e tutte le generazioni.
La Pandemia ci ha posto di fronte alla necessità di garantire maggiore produzione agricola nazionale recuperando utilmente terreno agricolo alla fertilità , buone pratiche colturali, investendo su sistemi alimentari sani, sostenibili, economicamente accessibili e resilienti, orientando la ricerca e l’innovazione agli obiettivi che la strategia Europea indica: dimezzare l’uso di fitofarmaci, accrescendo la produzione biologica, preservare la biodiversità agricola e alimentare.
La qualità della produzione del cibo, il presidio e l’attività degli agricoltori custodi della terra, diventano quindi uno snodo fondamentale per la protezione e la salvaguardia della terra, della ripartenza e del green deal.
Salvaguardare la biodiversità sempre più a rischio, proteggere il suolo e il suo fondamentale valore ecosistemico, combattere il cambiamento climatico sono le grandi sfide del nostro tempo.