(Roma, 22 marzo 2021) – Oggi, 22 marzo si celebra il World Water Day, la Giornata mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 come parte integrante delle Direttive di Agenda 21, adottate dalla Conferenza di Rio sullo Sviluppo Sostenibile, per richiamare l’intero pianeta sull’importanza di questo bene naturale e la necessità che il suo utilizzo avvenga in modo sempre più sostenibile, tutelandone la disponibilità e al contempo la salubrità.
L’acqua oggi è un bene naturale sempre più prezioso, e sempre più scarso di cui dovremmo avere decisamente più cura. L’acqua può avere un significato e un valore diverso ma in tutti i suoi modi porta ricchezza e benefici alle nostre vite, alla natura, alla terra.
Acqua come fonte di vita e salute, come diritto umano universale che ricomprende anche i servizi igienici. Le persone che non hanno accesso all’acqua potabile al mondo sono oltre 2,2 miliardi mentre quelle che non dispongono di servizi igienico-sanitari gestiti in maniera sicura sono 4,2 miliardi.
Acqua come risorsa fondamentale in molte attività dell’uomo, prima fra tutte l’agricoltura. La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per il settore agricolo. Il 44% delle terre coltivate nel mondo sono in zone aride. Oltre 2 miliardi di ettari di terreni precedentemente produttivi in tutto il mondo sono ora degradati a causa della siccità o scarsità d’acqua. Il cambiamento climatico e la crescente frequenza di eventi estremi, come tempeste, inondazioni e siccità, sta poi aggravando la situazione. In Italia secondo i dati di Coldiretti, la siccità nell’agricoltura crea danni stimati in media all’anno per circa un miliardo di euro soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti.
Acqua come superficie, ovvero come mari, oceani, laghi, fiumi. Solo in Europa, ogni anno, finiscono nell’ambiente tra le 75mila e le 300mila tonnellate di microplastiche che inquinano soprattutto i corsi d’acqua, i laghi e i mari, compromettendo la vita degli organismi marini, mettendo a rischio il ciclo vitale di tutte le specie e la loro funzione regolatrice dell’ecosistema globale.
In Italia, ce lo ricorda l’Ispra, solo il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l’obiettivo di qualità buono per lo stato ecologico. Presentano invece uno stato chimico buono il 75% dei fiumi e il 48% dei laghi. E’ evidente quindi come ancora ci sia molto da lavorare perché sia rispettato quanto prevede la Direttiva ‘Quadro acque’ (2000/60/CE), che mirava al raggiungimento del buono stato ecologico e chimico di tutti i corpi idrici in Europa entro il 2015.
Acqua come bene comune da valorizzare e non sprecare. Il consumo di acqua pro capite in Italia è di 245 litri al giorno. I dati sulla dispersione idrica del sistema degli acquedotti sono allarmanti. Lo spreco d’acqua tocca addirittura il 43,7% di media. Le differenziazioni territoriali tra le diverse aree del Paese sono marcate. A fronte di un Nord-Ovest virtuoso in cui la dispersione è inferiore a un terzo, abbiamo una percentuale che cresce fino a toccare il 50,7% delle regioni del Centro Italia per arrivare al 52,3% del Sud e delle Isole.
Acqua come Obiettivo di sviluppo sostenibile. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie è uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) contenuti nell’Agenda 2030. Il miglioramento della gestione delle risorse idriche sarà fondamentale per tutelare la sicurezza alimentare e la nutrizione a livello mondiale; un’occasione per utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Ue per la ripartenza dalla pandemia e garantire la tutela di questo elemento naturale indispensabile alla vita.
Impariamo a valorizzare e salvaguardarla in modo adeguato per tutti, a utilizzarla in modo responsabile e sostenibile. Perché l’acqua è vita.