(Roma, 5 febbraio 2021) – Oggi ricorre l’ottava Giornata nazionale contro lo spreco alimentare. Salute, ambiente, cibo sono da sempre elementi principali per la vita dell’uomo e dell’ambiente. Temi contenuti nell’Agenda 2030, che diventano ancor più evidenti e cruciali oggi, nell’anno della crisi pandemica da Covid-19 che ricorda a tutti l’urgenza di una svolta concreta per la sostenibilità in rapporto alla salute dell’uomo e dell’ambiente.
Nel 2020 – secondo Coldiretti – sono 5,2 milioni le tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura tra quello che si getta tra le mura domestiche e ciò che riguarda tutta la filiera, per un valore complessivo di circa 9,7 miliardi di euro. Agli sprechi domestici che rappresentano il 54% del totale vanno aggiunti quelli riscontrati nella ristorazione (21%), nella distribuzione commerciale (15%), nell’agricoltura (8%) e nella trasformazione (2%).
L’anno del Covid-19 fa tuttavia registrare una positiva svolta nei comportamenti degli italiani che hanno tagliato gli sprechi – secondi i dati elaborati dalla Cia – Agricoltori Italiani – di circa il 12% e aumentato la solidarietà nei confronti dei più bisognosi, da parte delle industrie, degli agricoltori, della ristorazione, della distribuzione e di singoli cittadini. Un risultato importante che punta verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, grazie anche al piano d’azione contenuto nel Green Deal europeo.
Inoltre è importante ricordare – come ha fatto il neo vice direttore generale aggiunto della Fao, Maurizio Martina, che “Il 2021 apre un percorso che vede il tema alimentare, dello Spreco zero e del consumo responsabile tra le priorità dell’Agenda 2030 dell’Onu e vedrà protagonista l’Italia con la presidenza del G20 e il Food System Summit che si terrà a Roma per il lancio della Food Coalition”.
Occorre dunque continuare con un “lavoro di squadra” che aumenti la consapevolezza sullo spreco e sul consumo responsabile, dando più impulso alla legge nazionale anti-Spreco 166/2016, sostenendo le iniziative per il recupero e la donazione dei prodotti alimentari invenduti, inserendo programmi di educazione a scuola e avviano la formazione di waste manager.