(Roma, 4 febbraio 2021) – Oggi, 4 febbraio, è la Giornata mondiale contro il cancro (World Cancer Day). Lo slogan dell’evento globale, per il triennio 2019-2021, è ‘I am and I will‘, “Io sono e Io farò” scelto per evidenziare l’impegno di ognuno nella lotta contro la malattia, con particolare attenzione alla prevenzione e allo screening.
In Italia, sono circa 3,6 milioni (3.609.135, il 5,7% dell’intera popolazione) i cittadini vivi dopo la diagnosi di tumore, con un incremento del 37% rispetto a 10 anni fa. Almeno un paziente su quattro (quasi un milione di persone) è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.
Risultati importanti, ottenuti grazie a terapie sempre più efficaci e alle campagne di prevenzione, che però rischiano di essere compromessi dalla pandemia. In particolare è evidente l’impatto del Covid-19 sui programmi di prevenzione.
Nei primi nove mesi del 2020 sono stati eseguiti oltre due milioni (2.118.973) di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Ritardi che si stanno accumulando e che si traducono in una netta riduzione non solo delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.793 in meno) e del colon-retto (1.168 in meno), ma anche delle lesioni che possono essere una spia di quest’ultima neoplasia (oltre 6.600 adenomi avanzati del colon-retto non individuati) o del cancro della cervice uterina (2.383 lesioni non diagnosticate).
I ritardi nelle valutazioni precoci, dovute in gran parte alla pandemia da Covid-19, possono quindi causare un aumento delle diagnosi di cancro in fase avanzata, con conseguente peggioramento della prognosi, aumento della mortalità e delle spese per le cure.
Fare i controlli e diagnosi precoci, mantenere uno stile di vita sano sono elementi fondamentali per vincere il cancro. Una battaglia che va combattuta investendo, rafforzando e migliorando il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che fa della lotta al cancro una delle sue priorità, ma anche facendo rete a livello europeo e creando sistemi di ricerca e di cura integrati con tutti i Paesi dell’Europa.
Per dare vita ad un coordinamento comune che allinei le diverse politiche e strategie sanitarie in modo da risultare più incisive e potenti nella lotta contro questo male.