(Milano, 4 novembre 2020) – Il dottor Spata dell’Ordine di Como, il dottor Ravizza dell’Ordine di Lecco, il dottor Marinoni di quello Bergamo, il dottor Di Stefano di Brescia, il dottor Lima di Cremona, il dottor Vajani di Lodi, il dottor Bernardelli di Mantova, il dottor Rossi di Milano, il dottor Trerruzzi di Monza Brianza, il dottor Lisi di Pavia, il dottor Innocenti di Sondrio e il dottor Cambielli di Varese. Loro sono i Presidenti degli Ordini provinciali dei medici di famiglia della Lombardia.
Tutti insieme ieri hanno fatto recapitare l’ennesima lettera al Presidente Fontana in cui elencano le difficoltà, alcune delle quali “frutto di anni di disinvestimento nella sanità in generale e nello specifico settore”, con le quali ogni giorno nel territorio sono costretti a fare i conti nel tentativo di gestire e contenere al meglio l’urto di questa seconda ondata pandemica da Covid-19.
Nella missiva vengono toccate molte problematiche strutturali della medicina di comunità come la carenza di professionisti, di personale amministrativo e infermieristico, il carico dei pazienti affetti da patologie croniche, la confusione nella richiesta dei tamponi, nella restituzione degli esiti e nelle operazioni di tracciamento, un sistema letteralmente andato in tilt, la programmazione tardiva di una campagna vaccinale antinfluenzale già andata in crisi prima di iniziare a causa di “intollerabili ritardi nelle forniture dei vaccini” e inadeguatezze logistiche, l’inesistenza della rete socio-sanitaria che avrebbe dovuto garantire la cosiddetta continuità assistenziale. Tutte criticità, inefficienze e distorsioni che vanno inevitabilmente a scaricarsi e a pesare sulla vita e la salute di molti malati, pazienti, utenti lombardi che mai come in questi mesi sono costretti a sopportare le storture di un sistema sanitario lombardo che ha mostrato, nella medicina territoriale, il suo lato più debole e vulnerabile.
Un appello chiaro rivolto a Fontana e Gallera per evidenziare una “situazione drammatica, già rappresentata più volte alla Regione anche negli scorsi mesi” che tuttavia “sembra non trovare attenzione in una realtà in cui l’interesse sembra più focalizzato sulle difese mediatiche che sui contenuti e sulla soluzione dei problemi.“
Parole durissime che chiedono a Regione Lombardia di “esserci” di essere “fattivamente” al fianco dei medici di famiglia, “per la nostra gente.”
Ecco, a Regione Lombardia lo chiediamo per l’ennesima volta anche noi di esserci. Il dubbio, ormai diventato certezza, è che non ne siano proprio capaci.