(Roma, 22 ottobre 2020) – Il reddito medio delle donne rappresenta circa il 59,5% di quello degli uomini a livello complessivo. Solo una donna su due ha un lavoro, mentre l’altra metà si trova in un limbo tra la disoccupazione e l’inattività. Una donna su quattro è sovra-istruita rispetto alla posizione che occupa, una su tre deve accontentarsi di un part-time, quasi sempre “involontario”.

E ancora: nel nostro Paese le dimissioni volontarie dal lavoro interessano il 73% delle donne. Si tratta “per lo più di donne giovani, con poca anzianità di lavoro, occupate prevalentemente nel terziario, con qualifiche basse“. La motivazione più ricorrente è l’impossibilità di conciliare l’occupazione con il lavoro di cura, soprattutto in assenza di reti familiari di supporto.

Sono questi i dati “allarmanti” emersi dalla presentazione della relazione sul Bilancio di genere del ministero dell’Economia. Una relazione che fotografa una situazione impietosa: il gender gap non solo, come si può ben vedere dall’articolo di sintesi di Avvenire, qui sotto, non fa passi indietro ma rischia di ampliarsi per via dell’impatto della crisi sanitaria, economica e occupazionale che l’Italia sta affrontando.

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DONNE E LAVORO: “Ancora ostagge del gender gap”
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