(Roma, 13 ottobre 2020) – Durante questi mesi le donne sono state in prima fila sacrificandosi per reggere l’economia e le famiglie, ma rischiano di pagare il prezzo più alto della crisi.
Il Governo, grazie alle risorse del Recovery, ha la possibilità di contribuire a cambiare il Paese indicando riforme che consentano il cambiamento del modello sociale e produttivo. L’aumento della partecipazione delle donne al mondo del lavoro riguarda tutti e ha bisogno di politiche globali, di investimenti nelle infrastrutture sociali, di lotta agli stereotipi.
Crediamo che per garantire questa svolta e fare dell’italia un Paese più giusto la parità di genere debba essere un obiettivo strategico dichiarato e che metà delle risorse debbano essere impegnate in progetti che promuovono occupazione femminile e diritti delle donne.
Proponiamo un Piano nazionale di misure per il sostegno e l’incentivazione del lavoro femminile, un Fondo permanente per l’imprenditoria femminile, strumenti per affrontare la lotta contro le differenze di genere nelle retribuzioni e nelle carriere, una riforma del congedo di paternità, un Piano “Nidi”, servizi educativi 0-3 anni e un meccanismo di valutazione dell’impatto di genere su tutte le linee guida del Recovery.
Il Recovery Fund ci dà la possibilità di costruire un nuovo modello di Paese che metta in primo piano la presenza delle donne nel lavoro e nella società. Adesso tocca a noi.