(Roma, 22 luglio 2020) – Purtroppo non si arresta il consumo di suolo in Italia. I dati ISPRA presentati oggi lanciano l’allarme nazionale: 57 km2 (57 milioni di mq), 2 metri quadrati al secondo persi nel 2019.
È come se ogni nuovo nato italiano portasse nella culla ben 135 mq di cemento.
Lo spreco di suolo continua ad avanzare nelle aree a rischio idrogeologico e sismico. I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Veneto (anche se con una tendenza al rallentamento), in Lombardia e nelle pianure del Nord. Il fenomeno sembra intensificarsi e accelerare lungo le coste della Sicilia e della Puglia meridionale e nell’area metropolitana di Roma, mentre gradi elevati di trasformazione permangono lungo quasi tutta la costa adriatica.
Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Veneto (con 785 ettari in più), Lombardia (+642 ettari), Puglia (+625), Sicilia (+611) ed Emilia-Romagna (+404).
In Lombardia le province che nel 2019 hanno consumato più suolo netto in ettari sono state nell’ordine Milano, Brescia, Bergamo, Pavia e Varese. Mentre l’incremento percentuale vede al primo posto la provincia di Monza e Brianza, Milano, Varese e Como.
Non mancano tuttavia segnali positivi: la Valle d’Aosta, con solo 3 ettari di territorio impermeabilizzato nell’ultimo anno, è la prima regione italiana vicina all’obiettivo “Consumo di suolo 0” e si dimezza la quantità di suolo perso in un anno all’interno delle aree protette.
Negli ultimi venticinque anni è scomparso un quarto della terra coltivata. Continuare a perdere terreno vergine, anche a fronte di un calo demografico drammatico e confermato di recente dall’ISTAT, significa non solo perdere la bellezza del nostro paesaggio ma rendere il nostro territorio più insicuro, con l’aumento legato al rischio idrogeologico e la perdita di suolo agricolo.
Oggi le priorità sono quelle di combattere il cambiamento climatico, puntare su un modello di sviluppo sostenibile e coerente con le risorse messe in campo dal Recovery Fund, investire su rigenerazione urbana, bonifica e recupero dei suoli compromessi.
Per questo, insieme all’impegno positivo del sottosegretario Morassut sull’inserimento di norme urbanistiche nel Collegato ambientale, mi auguro che il Senato riprenda e concluda al più presto l’iter, fermo ormai da troppo tempo nelle Commissioni competenti, per dare finalmente al nostro Paese una legge nazionale sul consumo di suolo.
Qui per approfondire i dati del Rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2020