(Milano, 16 giugno 2020) – Questa mattina i sindacati della Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato davanti a Palazzo Lombardia per chiedere una svolta nella gestione della sanità lombarda, un nuovo “Patto per la salute” in Lombardia, regione che più di altre ha mostrato tutti i limiti della medicina territoriale emersi durante la gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Quello di quest’oggi, il primo dei tre presidi organizzati dalle forze sindacali in tema di sanità, ha avuto come argomento centrale le RSA.
A tale proposito sapete come la penso: la sottovalutazione della giunta Fontana della diffusione della pandemia nelle case di riposo lombarde in piena fase di emergenza Covid-19 è stata un gravissimo errore. Uno di quegli errori di cui tutti si sono sono resi conto, anche gli stessi vertici di Regione Lombardia che qualche settimana fa, in silenzio, sottotraccia, tardivamente hanno cercato di correggere il tiro cambiando le precedenti delibere sulle RSA e facendo saltare qualche testa, come se cambiando un nome si potesse curare quello che di strutturale non funziona della sanità lombarda.

Qui sotto le motivazioni della protesta dei sindacati, argomentazioni fondate e reali che noi del PD condividiamo e sosteniamo.

🔴”Sarebbe stato necessario – hanno affermano Cgil, Cisl e Uil Lombardia – che Regione Lombardia si occupasse dei circa 60mila anziani ospiti nelle Rsa lombarde, le persone più fragili e a rischio, così come di tutti gli operatori del comparto socio sanitario, per tenere l’epidemia fuori dalle strutture o per individuare i casi di infezione e limitare il contagio: non è stato così”.
🔴”Alle Rsa sono stati dati protocolli di sicurezza inapplicabili e inapplicati per tardive e scarse forniture sia di dispositivi di protezione (sia di test per il personale e gli ospiti), per difficoltà di attuare soluzioni organizzative anti-contagio, con procedure di sicurezza e di isolamento dei sintomatici e per insufficienti dotazioni organiche che si sono ulteriormente ridotte durante l’emergenza a causa della diffusione del contagio tra il personale delle Rsa”.
🔴”Regione Lombardia ha preteso che gli ospiti sintomatici sopra i 75 anni fossero curati nelle stesse Rsa, deliberando anche di trasferirvi i pazienti ospedalieri positivi al Covid-19. Per gli anziani a casa propria, con o senza sintomi da Covid-19, oppure con scompensi per altre patologie che avrebbero richiesto cure in ospedale, le cose non sono andate meglio, perché nemmeno si è realizzato un adeguato potenziamento nel territorio dell’assistenza domiciliare e della continuità assistenziale, peraltro insufficiente anche prima dell’emergenza epidemica”.
🔴”Ci sono state responsabilità rispetto all’esercizio delle funzioni di indirizzo, controllo e gestione delle Rsa che vanno considerate e sarà compito dell’Autorità Giudiziaria accertare e della politica rimediare” hanno ribadito Cgil, Cisl e Uil lombarde, evidenziando che “prima di tutto, non si devono ripetere gli stessi errori, non vogliamo Rsa trasformate in hospice o ‘lazzaretti’ per anziani e nemmeno in reparti ospedalieri. L’anziano che si ammala di Covid-19 deve essere curato in ospedale. Con l’ultima delibera Regione Lombardia si è dovuta correggere”.

Foto: Vista
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SANITA’ LOMBARDA: “La protesta dei Sindacati. Le RSA non sono ospedali”
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