(Roma, 29 marzo 2020) – Dal Governo una risposta immediata per aiutare subito chi ha più bisogno, a partire da chi non riesce più a fare la spesa. E lo fa nel modo giusto, coinvolgendo e ringraziando i Comuni che sono le prime sentinelle sul territorio e le associazioni che ogni giorno si spendono per i più deboli.
Un Dpcm che gira subito la somma di 4,3 miliardi ai Comuni, anticipando risorse del fondo di solidarietà dei Comuni, un anticipo, rispetto alla scadenza prevista per maggio, del 66% che il Governo ha “girato” subito ai municipi.
Inoltre nel Dpcm sono state previste misure rafforzate per favorire donazioni da parte di produttori e distributori in modo da non “tassare la solidarietà”.
In aggiunta il Governo ha stanziato altri 400 milioni di euro, sempre da destinare ai Comuni, con il vincolo di distribuirli alle persone che non hanno soldi per fare la spesa. L’80% del totale, 320 milioni, è ripartito tra le Amministrazioni in base alla popolazione, mentre il 20%, 80 milioni, viene distribuito in base alla differenza tra il reddito pro capite e il reddito medio nazionale. L’obiettivo è dare una tantum tra i 300 e i 400 euro. Qui l’ordinanza firmata con il riparto Comune per Comune delle misure per la solidarietà alimentare. I Comuni potranno quindi, distribuire i 400 milioni per l’acquisto di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari o per comprare e distribuire direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità. L’ufficio dei Servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari: viene data priorità a chi non sia già destinatario di altro sostegno pubblico (come il reddito di cittadinanza). Mentre per l’acquisto e la distribuzione dei beni ci si può avvalere di enti del Terzo settore. I Comuni possono anche destinare all’acquisto di generi alimentari i fondi derivanti da eventuali donazioni, che possono confluire su conti correnti bancari appositamente aperti.
Nessuno deve essere lasciato solo.