Un tecnico al lavoro su un’intercettazione in un’immagine d’archivio. ANSA/F.SILVI/DRN

(Roma 28 febbraio 2020) – Ieri la Camera, con 246 sì e 169 voti contrari, ha approvato il decreto-legge sulle intercettazioni. Si tratta di una svolta rilevante nel sistema giudiziario, che entrerà in vigore tra due mesi, e quindi sarà operativa dal primo di maggio. Questo per dare tempo alle Procure di attrezzarsi con i nuovi strumenti previsti nel provvedimento.

Si tratta di una normativa innovativa ed equilibrata, che tiene insieme le esigenze investigative e quelle relative al diritto alla riservatezza e al diritto di difesa. Già nella passata Legislatura avevamo affrontato il tema della pubblicazione di quelle intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’oggetto delle indagini, azione che colpisce la privacy delle persone coinvolte, dei loro affetti, familiari e dei loro amici.

Con la conversione in legge di questo decreto entra dunque in vigore una nuova disciplina delle intercettazioni che consolida e sviluppa la riforma Orlando del 2017 introducendo una normativa che assicura la tutela della riservatezza, senza comprimere le esigenze investigative ed il diritto di difesa. In sede emendativa il decreto è stato ulteriormente rafforzato.

Ecco le principali novità

PM SELEZIONERA’ INTERCETTAZIONI: la valutazione sulla rilevanza o meno delle intercettazioni per le indagini viene rimessa al pubblico ministero e, poi, al giudice per le indagini preliminari. Sarà dunque il magistrato – e non la polizia giudiziaria come previsto dalla precedente riforma Orlando – a dover selezionare il materiale per stabilire quali siano le intercettazioni di rilievo per le indagini e quelle, invece, irrilevanti. Toccherà sempre al magistrato anche vigilare che nei verbali non siano riportate espressioni che ledono la reputazione di singole persone o dati personali (“salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini”). Com’era prima della riforma del 2017, verbali e registrazioni saranno trasmessi immediatamente al pm, che li depositerà entro 5 giorni. I difensori potranno esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni.

USO DEL TROJAN “TELEFONI SPIA”: i captatori informatici vengono equiparati alle intercettazioni ambientali e viene introdotto l’obbligo di motivazione ulteriore che ne giustifichi l’utilizzo. Sarà possibile usare il trojan, cioè il malware che trasforma un telefono in un microfono spia h24, non solo per i reati contro la Pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche dagli incaricati di pubblico servizio e puniti con la reclusione oltre 5 anni. Inoltre, le intercettazioni attraverso captatore potranno avvenire anche dentro anche nei luoghi di dimora privata “previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l’utilizzo”.

USO IN ALTRI PROCEDIMENTI: i risultati delle intercettazioni potranno essere usati come prova in procedimenti diversi da quelli per i quali erano state disposte le intercettazioni, solo se sono “indispensabili” e “rilevanti” per l’accertamento dei reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza e di quelli di particolare gravità indicati tassativamente dall’articolo 266 del codice di procedura penale. 

Per maggiori informazini clicca qui. Qui il documento di approfondimento curato dai DeputatiPD

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INTERCETTAZIONI: “Approvato decreto legge. Più tutele per la privacy”
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