(Roma, 20 gennaio 2020) – Ho deciso da tempo di non dare mai visibilità ai messaggi di Salvini ma stavolta la bestialità delle sue parole via twitter mi ha colpito e sconvolto.
Come si fa a invitare una persona, chiunque essa sia, a paragonare le donne «come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti» purché lo si faccia in casa propria e non in pubblico?
Come è possibile non sapere, da ex Ministro dell’Interno, che la violenza sulle donne avviene soprattutto dentro le mura domestiche?
Come è possibile ammettere e giustificare questi atteggiamenti purché avvengano “in privato”?
Non lasciamo cadere nel vuoto queste parole: condanniamole, ribelliamoci, tutte e tutti.