(Roma, 15 dicembre 2019) – Alla viglia di questa COP25 nessuno era particolarmente ottimista, purtroppo. Ma la Conferenza che avrebbe dovuto definire i termini del passaggio alla piena operatività degli Accordi di Parigi si è conclusa ancora peggio di quanto ci si poteva aspettare.

Un pessimo segnale, che lascia ancora più sconfortati per almeno due motivi:
1. non è solo la scienza a dirci quanto sia urgente agire per contrastare i cambiamenti climatici; i danni prodotti dall’aumento della temperatura globale li conosciamo già bene oggi e condizionano in negativo la nostra vita quotidiana ma nonostante questo continuiamo a non occuparcene

2. nemmeno la prorompente mobilitazione per il clima in tutto il mondo, guidata dai più giovani, ha convinto i capi dei Governi a superare le resistenze e a prendere le decisioni coraggiose e necessarie per ridurre le emissioni e stabilire meccanismi di solidarietà internazionale che consentano di ridurre l’impatto del cambiamento climatico

Oggi no, non è affatto una bella giornata.

Per ulteriori approfondimenti:

COP25, rimandato il nodo delle emissioni: fallita la conferenza di Madrid. L’Onu: “Un’occasione persa” – la Repubblica

COP25, ha vinto il carbone – la Repubblica

Fumata nera al vertice sul clima – Corriere della Sera

Fallisce la COP25, tutto rinviato al summit del 2020 – la Stampa

Clima, deluso dal vertice – Intervista al Segretario Generale Onu Guterres la Stampa

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COP25: “Oggi no, non è una bella giornata”
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