(Roma, 08 ottobre 2019) – L’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla DDA di Milano per traffico illecito di rifiuti da Napoli a Como e da Como in Calabria, a Lamezia Terme, segna un colpo pesantissimo nel tessuto sociale ed economico del territorio comasco. Una ‘triangolazione’ tra Sud, Nord e ancora Sud che mette la nostra provincia al centro di una brutta inchiesta, su cui le forze di polizia e la magistratura lavorano da anni raggiungendo importanti risultati.
Ciò che ne esce è un giro milionario di malaffare, messo in opera da una rete criminale molto radicata nel territorio comasco, dove purtroppo trova appoggi e connivenze con il sistema imprenditoriale e con alcuni professionisti locali.
Un’inchiesta avviata dalla DDA di Milano già dal 2017 che fa luce su uno dei fenomeni criminali più gravi per il nostro Paese, quella dello smaltimento illecito dei rifiuti ad opera della criminalità organizzata. Una saldatura tra gestione dei rifiuti e attività criminali che ho studiato e approfondito in questi anni di lavoro con la Commissione Ecomafie.
Come avvenuto già in passato in molte province della Lombardia e non solo, uno dei tratti più inquietanti di questo fenomeno è la saldatura tra gli interessi criminali della ‘ndrangheta e un parte del mondo produttivo locale, che si rende disponibile a comportamenti illeciti per massimizzare profitti a danno dell’ambiente. Un intreccio perverso tra attività illecite e attività di impresa che assume caratteri sempre più inquietanti per la sua pervasività anche in un territorio apparentemente tranquillo come quello comasco.
Nel ringraziare le Autorità inquirenti per il loro fondamentale lavoro, occorre che tutte le istituzioni, i mezzi di informazione e i cittadini concorrano a tenere alta la guardia, anche al nord, anche a Como.