(Roma, 11 aprile 2019) – Con 272 voti a favore, 182 contrari e una astensione la Camera ha approvato il ddl sulla concretezza delle azioni nella Pubblica Amministrazione e contro l’assenteismo. Il provvedimento, già licenziato dal Senato, torna a Palazzo Madama perchè la Camera ha apportato alcune modifiche. Ma entriamo un po’ nel merito di questo provvedimento votato dai deputati di Lega e M5S.

Lo hanno chiamato ddl concretezza, purtroppo però dietro gli dietro gli slogan propagandistici si nasconde una realtà ben diversa, fatta di misure di scarso o nullo effetto, se non addirittura controproducenti.

Si tratta, nel complesso, di norme episodiche, senza una visione d’insieme che permetta di affrontare i problemi più urgenti del settore, quelli che vanno dal trattamento giuridico ed economico del personale non dirigenziale alle politiche di reclutamento e alla formazione.

IL “NUCLEO DELLA CONCRETEZZA”: UN’INUTILE SOVRAPPOSIZIONE DI ORGANISMI L’articolo 1 del disegno di legge istituisce, presso il Dipartimento della funzione pubblica, un “Nucleo della concretezza”, preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete per il miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione, da determinarsi in un apposito Piano triennale. La prima osservazione da fare riguarda il fatto che i compiti di questo nuovo organismo appaiono del tutto sovrapponibili a quelli di altri uffici, a cominciare dall’Ispettorato per la funzione pubblica. Il forte rischio è quello di creare, con questa sovrapposizione di organismi, un sistema tutt’altro che innovativo, contraddistinto piuttosto da un vero e proprio groviglio di competenze, ruoli e funzioni.

CONTRASTO DELL’ASSENTEISMO: GIUSTO L’OBIETTIVO, SBAGLIATO IL MODO Nel provvedimento non c’è traccia di una maggiore “cura” della formazione e motivazione del personale della pubblica amministrazione. Inoltre all’articolo 2 è prevista l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche ai fini della verifica dell’osservanza dell’orario di lavoro.

È assolutamente sacrosanto sanzionare i dipendenti che non rispettano orari e regole. Anzi, è persino sbagliato e riduttivo chiamarli “furbetti del cartellino” perché in realtà si tratta di una truffa a danno dello Stato e dei cittadini, quindi si deve parlare di “truffatori”. Detto ciò, è sbagliato pensare di combattere questo fenomeno odioso e intollerabile sparando nel mucchio, generalizzando, criminalizzando un’intera categoria – parliamo di circa tre milioni di lavoratrici e lavoratori pubblici – come se fosse composta da potenziali “fannulloni”. L’assenteismo va contrastato con fermezza e richiede sanzioni severe. La videosorveglianza e la verifica biometrica sono però strumenti sproporzionati, che sembrano richiamare ambienti disciplinari sottoposti a regole di massima sicurezza e che sono invasivi rispetto all’identità personale di ogni cittadino.

ASSUNZIONI: TROPPO POCO, SENZA UN VERO PIANO INNOVATIVO L’articolo 3 interviene in materia di assunzioni, confermando che a decorrere dal 2019 le amministrazioni statali e le agenzie e gli enti pubblici nazionali non economici possono procedere ad assunzioni (a tempo indeterminato) nel limite di un contingente di personale corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Questa, così come altre misure previste in materia di assunzioni non fanno fronte al reale fabbisogno di personale delle amministrazioni pubbliche, che potrebbe addirittura aumentare a seguito delle nuove “finestre” di pensionamento anticipato previste da “Quota 100”. Questo provvedimento non determinerà nuove assunzioni, per il semplice fatto che lo sblocco totale del turn-over era già stato previsto dai Governi precedenti (si veda l’articolo 3 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n.114), per di più con decorrenza dal 2018.

Qui l’approfondimento a cura dell’Ufficio Documentazioni e Studi dei Deputati PD. Qui un’ulteriore analisi dell’argomento

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, E LO CHIAMANO DDL CONCRETEZZA?