(Roma, 20 novembre 2018) Questa mattina ho avuto il piacere di presentare nella sala stampa della Camera dei Deputati la video inchiesta Roghi, Rifiuti e Cosche realizzata dagli studenti del master in giornalismo dell’università Iulm di Milano del biennio 2016-2018. Quello degli incendi negli impianti di gestione dei rifiuti è un tema di grande attualità, che è stato trattato dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle Ecomafie di cui sono stata presidente la scorsa Legislatura. La video inchiesta è il frutto di un lavoro di qualità, serio e di approfondimento svolto dai 15 ragazzi dello Iulm, di un fenomeno complesso, che abbraccia diversi campi tematici . Un lavoro di studio e di analisi che stride fortemente con l’approccio semplicistico e di spettacolarizzazione con cui viene purtroppo affrontato dal Governo di Lega e M5S. Servono, invece, e lo suggerisce bene il video, risposte serie e concrete, non si può giocare sulla salute dei cittadini che hanno pagato un prezzo altissimo soprattutto in alcune regioni e realtà al sud ma non solo, per una non corretta gestione del ciclo dei rifiuti.
Credo che questo sia uno sforzo e un richiamo che deve andare alla politica tutta, a chi oggi ha responsabilità di governo in primis, e che credo non stia svolgendo un lavoro appropriato.
Sono contenta di poter valorizzare il lavoro svolto dagli studenti dello Iulm. Un lavoro di ricostruzione sulla base di testimonianze di interlocutori fondamentali come i rappresentanti della magistratura, delle forze dell’ordine. La
Commissione sulle Ecomafie ha fotografato la situazione del tema dei roghi in un dato momento; la fine della Legislatura ha poi portato all’interruzione della sua attività. La scorsa settimana la Commissione è stata ricostituita e sono sicura tornerà presto ad occuparsi del tema degli incendi dei rifiuti. Mi auguro che la sua attività indaghi anche su altri filoni: nella passata legislatura infatti, abbiamo approfondito il fenomeno avendo come punto di riferimento gli ultimi tre anni fermandoci con la conta degli episodi a dicembre 2017.
E’ passato quasi un anno e in questi mesi abbiamo purtroppo avuto modo di verificare che i roghi anziché regredire sono aumentati, arricchendo e aggravando il fenomeno con alcune caratteristiche nuove che anche la video inchiesta ha individuato. Oggi, infatti, non sono soltanto gli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti a bruciare; sono capannoni abbandonati nei quali in maniera del tutto illegale vengono stoccate enormi quantità di rifiuti speciali alle quali viene dato fuoco, con la conseguenza di provocare un forte allarme sociale per la salute e la qualità dell’ambiente.
Le cronache locali raccontano di questi depositi abbandonati con una frequenza sempre maggiore. Questi incendi vanno letti come un segnale, un campanello d’allarme che rende evidente la presenza di un circuito illegale.
Una cosa che il video ha sottolineato e che tengo a ribadire è questa: oggi quello dei roghi non è un fenomeno estemporaneo che riguarda un pezzo del Paese. L’indagine sulla Lombardia è molto puntale ma complessivamente ci dice che laddove il ciclo dei rifiuti non è chiuso, dove non arriva a completamento in maniera efficace si generano situazioni di
emergenza di criticità all’interno delle quali, purtroppo, la criminalità organizzata o anche quella imprenditoria border line va a trovare uno spazio illecito e improprio.
Affrontare questo fenomeno con grande senso di responsabilità considerando che in alcune parti dell’Italia non ci sono impianti per il recupero della materia per trattare il frutto della raccolta differenziata, e provando a giocare fino in fondo la partita e la sfida dell’economia circolare che il nostro Paese dovrà attuare recependo le trattative comunitarie, è la vera sfida da vincere nei prossimi anni.
Il mio grazie, dunque, a questi ragazzi, futuri giornalisti; un ringraziamento sincero perché questa video inchiesta, ha fornito un ulteriore contributo nel sensibilizzare l’opinione pubblica su un grande tema di questo tempo e del futuro.