(Roma, 12 aprile 2018) Si è tenuto mercoledì 11 aprile 2018, a Roma, al Casino dell’Aurora Pallavicini, l’evento “Emergenza Sud Sudan”. Un’occasione per richiamare l’attenzione sulla situazione del Sud Sudan e sulla sua drammatica emergenza, perché non sia dimenticata, per ricordare l’immane sofferenza di donne e bambini del più giovene dei 54 Paesi Africani, che nel 2011 ha ottenuto, con un referendum, l’indipendenza dal Sudan, ma che dopo il colpo di stato del 2013 si è trasformato in un campo di battaglia, dove si combatte, si muore e dal quale si fugge in massa.
“Quando si costruisce qualcosa insieme ci si sente meglio” sono le parole di don Dante Carraro direttore dell’ong Medici con l’Africa Cuamm, e organizzatore dell’incontro, che opera in condizioni difficilissime proprio in Sud Sudan, per aiutare le popolazioni stremate da anni di conflitti e dalla povertà, anche grazie al sostegno del Governo italiano, che rappresentato nell’incontro dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è tornato ad investire nella cooperazione internazionale.
“Il Sud Sudan – ha detto Gentiloni – è un Paese emblematico delle contraddizioni terribili che attraversano l’Africa perché sei o sette anni fa è stato luogo di grande speranza quando si era concluso il distacco dal Sudan con la fine di persecuzione e violenze e la conquista dell’autonomia nel 2011″. Tuttavia “nel giro di pochi anni questa speranza si è trasformata in un incubo e oggi il Sud Sudan è preda di una guerra civile incontrollabile. Poi è arrivata la carestia e adesso ci sono condizioni di sfollati e rifugiati impressionanti”. Resta solo la cooperazione.
Ed è proprio qui nel Sud Sudan, soprattutto nelle zone paludose inabitabili del Nilo Bianco, dove la gente trova l’unico rifugio possibile, che Medici con l’Africa Cuamm operano e, di fatto, sostituiscono il governo locale nell’assistenza sanitaria coprendo un bacino con circa un milione e 300mila abitanti. Don Carraro nel corso dell’evento ha presentato il “Progetto Emergenza Sud Sudan” che vede il suporto di 5 ospedali e 90 strutture sanitarie, luoghi riconosciuti neutrali anche dalle parti in conflitto.
“Il nostro impegno è dare risposte concrete al dramma che sta vivendo la popolazione” sottolinea don Carraro. “Ne vale assolutamente la pena, per un diritto umano fondamentale a non essere abbandonati, nonostante i tanti problemi” e i tanti drammi veri.