(Roma, 23 marzo 2017) È stata una lunga maratona: tre settimane ininterrotte di lavoro sul Decreto Terremoto di cui sono stata relatrice, prima in Commissione Ambiente e poi in Aula.
Abbiamo svolto decine di audizioni, esaminato oltre 1000 emendamenti in Commissione e più di 500 in Aula, approvandone più di 150, di maggioranza e di opposizione. È stato un lavoro impegnativo anche se molto appassionante; aver modo di seguire in prima persona il lavoro su un provvedimento importante varato dal Governo e dal Parlamento per far fronte alle esigenze e alle aspettative dei territori di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dai terremoti verificatesi da agosto. Ho lavorato con molti colleghi del gruppo del Partito Democratico, che ringrazio per il supporto, e con il Governo, in particolare con la sottosegretaria Paola De Micheli che ringrazio davvero per la costanza e l’impegno straordinario messo nel rapporto con il Parlamento su questo provvedimento.
In queste settimane abbiamo lavorato molto per rafforzare le tante misure positive già contenute nei precedenti decreti fatti dal Governo Renzi e anche in questo nuovo decreto: semplificare ed accelerare le procedure per la gestione dell’emergenza e l’avvio della ricostruzione, dare più strumenti ai Comuni per far fronte alla pressione e al carico di lavoro determinato dalla calamità, aiutare le fasce sociali più deboli con una misura di sostegno al reddito, dare aiuto alle imprese e alle attività economiche già insediate e creare le condizioni per nuovi investimenti.
Grazie al lavoro fatto alla Camera abbiamo ampliato il numero dei Comuni inseriti nel “cratere” estendendo ad altre 16.000 le persone assistite dalle norme già previste dai precedenti decreti, abbiamo finanziato un piano di verifica di vulnerabilità sismica e di interventi per la messa in sicurezza delle scuole su tutto il territorio nazionale, aumentato il finanziamento per il piano di microzonazione sismica nelle zone a maggiore rischio, potenziato le politiche di prevenzione e tutela del territorio con il Dipartimento “Casa Italia“.
Abbiamo approvato una norma che destina per i prossimi 10 anni la quota statale dell’8 per mille finalizzata ai beni culturali al recupero e alla ricostruzione e restauro dei beni artistici e culturali nei territori colpiti dal sisma (più di 1.000 Chiese distrutte e danneggiate). Abbiamo dato risposta anche ai danni causati dal maltempo che purtroppo, in Abruzzo e Marche soprattutto, si sono abbattute su zone già colpite dal sisma. Abbiamo dato più strumenti e risorse ai Comuni e ai Parchi, semplificando le procedure e anche dando maggiori risorse umane e finanziarie per far fronte gli adempimenti per la ricostruzione.
Fin dall’inizio ci siamo impegnati al massimo per rafforzare le misure di sostegno alle attività economiche già insediate nei territori colpiti dal terremoto, finalizzate a sostenere, in una fase particolarmente difficile, le imprese del territorio, comprese quelle danneggiate per effetto di un “danno indiretto”, in particolare quelle del turismo e del commercio. L’obiettivo centrale è quello di contrastare il rischio di chiusura e di trasferimento delle attività economiche già insediate, con il pericoloso effetto abbandono che ne potrebbe conseguire, prevedendo nel contempo alcune prime misure significative per aumentare l’attrattività di questi territori anche nei confronti di nuovi investimenti e nuove imprese: contratti di sviluppo, incentivi per investimenti in macchinari e strutture, misure per l’agricoltura.
Ma abbiamo anche registrato con favore l’impegno del Governo a intervenire anche nel prossimo provvedimento economico per rafforzare le misure per lo sviluppo e la creazione di occupazione, in particolare l’impegno su Zone franche urbane e detassazione.
La legge che oggi licenziamo non è solamente un insieme di risposte alle aspettave delle comunità colpite dal sisma di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche ma anche un primo fondamentale passo per dar forza ad un progetto per il Paese che unisca all’impegno per la ricostruzione una visione di sviluppo che investa sulla qualità del territorio e sulla forza delle comunità locali.
In questi giorni non ho letto molto i giornali, non ho quasi seguito i social, ma immagino che di questo provvedimento e del lavoro fatto dal Parlamento in queste settimane si sia parlato davvero poco. Peccato.
Ma quel che conta in fondo è avere la certezza di aver fatto, ciascuno per la propria parte, ogni sforzo possibile per corrispondere alle aspettative delle comunità colpite dal terremoto. Continueremo a farlo, senza urla e senza polemiche, con il lavoro costante e serio che abbiamo messo anche in queste settimane in Parlamento.