di Fabio Napoli
ROMA (Public Policy) – Il 2 febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha varato il terzo decreto Terremoto, che giovedì scorso ha iniziato il suo iter in commissione Ambiente al Senato. Nel provvedimento – tra le altre cose – ci sono misure riguardanti il rafforzamento del personale addetto alla ricostruzione e della Protezione civile, procedure semplificate per accelerare i lavori per la realizzazione dei moduli abitativi temporanei – le cosiddette casette – e per sostenere l’economia colpita dal sisma.
Per la responsabile ambiente del Pd e relatrice del provvedimento, Chiara Braga, questo decreto, dopo gli altri due legati più alla ricostruzione dopo l’emergenza, “può essere lo strumento per tenere insieme il tessuto economico produttivo”.
Quali saranno i tempi di lettura alla Camera del decreto Terremoto?
Per quanto riguarda l’aula a decidere sarà la Conferenza dei capigruppo. La prossima settimana inizieremo con il ciclo di audizioni in commissione, con le Regioni e i Comuni. La settimana successiva proseguiremo con il commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, le imprese e il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. Il termine per presentare gli emendamenti, con tutta probabilità, verrà fissato tra la fine di quella settimana e la settimana successiva. Poi si inizierà con le votazioni. Molto dipenderà dagli emendamenti che verranno presentati dai gruppi anche se non credo che ci sarà spazio per parlare di argomenti che non siano già oggetto del decreto. L’obiettivo è dare risposte alle popolazioni colpite e rendere applicabili alcune misure contenute nei decreti passati.
Questo è il terzo decreto del Governo sul terremoto. Cosa non ha funzionato negli altri due?
Innanzitutto credo che questo decreto fosse necessario dopo il ripetersi delle scosse che hanno complicato la situazione, penso per esempio alla proroga dell’esenzione di alcuni tributi. Poi è stata l’occasione per affrontare alcuni nodi emersi nel corso della emergenza di questi mesi, come il tema del personale incaricato alla ricostruzione o il tema delle scuole, visto che l’anno scolastico si avvia alla chiusura. Sulle procedure previste dal provvedimento, come quelle per accelerare le opere di urbanizzazione in vista delle casette o per la realizzazione delle stalle, sono stati chiariti alcuni aspetti per rendere le norme meglio applicabili.
Nelle prime bozze del decreto erano presenti alcune misure, poi espunte, per dotare la Protezione civile di più risorse e per istituire delle zone franche. Nel corso dell’esame ci sarà spazio per approfondire questi aspetti?
Sulla Protezione civile bisognerà capire, anche in base a quello che ci dirà Curcio, se ci saranno spazi di miglioramento, anche in termini di risorse, fermo restando che il testo prevede già norme importanti come quella per l’assunzione di 13 dirigenti. Sul punto vorrei aggiungere che in commissione è in corso d’esame anche il disegno di legge delega sulla Protezione civile che, una volta approvato, sarà il luogo dove apportare modifiche di carattere ordinamentale. Il tema delle zone franche è presente, lo stesso ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha fatto delle rassicurazioni in questo senso nel corso dell’esame sul decreto Sud. Sicuramente in commissione approfondiremo questo tema e in generale tutti gli aspetti legati alle imprese perché mi sembra di poter dire che se gli altri decreti sono stati legati più alla ricostruzione legata all’emergenza questo provvedimento, adesso che si va verso una situazione di normalità, può essere lo strumento per tenere insieme il tessuto economico produttivo. Oltre alle zone franche un’altro tema potrebbe essere per esempio quello legato al riconoscimento del danno alle imprese che non sono state direttamente colpite dal terremoto.
Il decreto contiene anche diverse deroghe per accelerare i lavori. Ci saranno rischi legati alla trasparenza delle procedure?
Non credo ci sia questo pericolo. Anche perché alcune misure riprendono delle ordinanze già emanate dalla Protezione civile. In generale le deroghe presenti sono comunque previste dalle procedure ordinarie che il codice degli appalti prevede in caso di calamità. Quello che si fa è precisare meglio quando si può ricorrere a queste procedure, cioè per le opere di urbanizzazione primaria, per le scuole e per le stalle. Tutto fermo restando gli obblighi di trasparenza.
Nel provvedimento una misura dà ai Comuni la possibilità, per affrontare l’emergenza casa, di acquisire immobile già realizzati. Significa che le casette non hanno funzionato abbastanza?
La possibilità di acquisire immobili già esistenti va ad affiancarsi alle casette. Le ripetute scosse di terremoto hanno reso più difficile il calcolo del fabbisogno abitativo. Questa norma è condivisibile perché se ci sono aree edificate che possono essere acquisite non vedo perché non possano essere utilizzate dai Comuni per far fronte all’emergenza.
Durante l’esame degli altri decreti diversi parlamentari hanno presentato emendamenti riguardanti la ricostruzione di aree colpiti di altri terremoti, come in Emilia e a L’Aquila. Questo decreto potrebbe essere contenere anche misure di questo tipo?
Se ci sono motivi di necessità e urgenza potranno sicuramente essere valutate altre misure ma sono convinta che la gestione di tutta la fase lunga di ricostruzione non può essere ingabbiata in un unico provvedimento perché alcune cose si aggiustano strada facendo. Ad ogni modo, se posso fare una battuta, non credo che questo provvedimento diventerà un omnibus di tutti i terremoti di anni e secoli fa.
A gennaio una delle criticità che è emersa con più forza è quella legata alla percorribilità della rete viaria, lì dove molte strade sono ancora danneggiate e impraticabili. Il decreto potrebbe fare qualcosa da questo punto di vista?
Su questo il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è al lavoro su un piano straordinario per riasfaltare il manto stradale anche se credo che le difficoltà del mese scorso sono state causate anche dalla neve e dal ghiaccio. In ogni caso se sarà necessaria una copertura normativa e finanziaria certamente questo decreto è lo strumento adatto. (Public Policy)