(Roma 21 gennaio 2023) – “Promuovere la sostenibilità ambientale, economica e sociale con coraggio e senso dell’urgenza. È tempo di scelte coraggiose.”
Sono le parole scritte nel Manifesto che abbiamo discusso e approvato ieri nell’Assemblea nazionale costituente del Partito Democratico.
È il frutto della restituzione della “Bussola” che ha raccolto le indicazione di 20.000 iscritti del nostro Partito. La questione ambientale e l’emergenza climatica sono al secondo posto delle priorità di questa consultazione, subito dopo il tema fondamentale della salute e della sanità pubblica.
Per molti questo è stato un dato sorprendente; e questo, secondo me, è un pezzo del nostro problema e delle nostre difficoltà.
Siamo stati per troppo tempo sordi o quanto meno distratti da quanto questi temi siano invece parte quotidiana della vita concreta delle persone, vero e proprio assillo delle nuove generazioni.
Lavoro buono e sicuro, giustizia ambientale e sociale, non sono questioni contrapposte ma sono esattamente la stessa cosa: su questi temi dobbiamo costruire un’identità più forte e riconoscibile.
Perché il modo in cui interpretiamo la crisi climatica e le sue conseguenze ha molto a che fare con il modo in cui intendiamo essere in questo tempo un partito di sinistra.
Sono convinta che il compito che oggi spetta a una forza di sinistra sia quello di agire perché di fronte alla minaccia più grande che investe l’umanità, quella climatica, a pagare non siano le persone più deboli, quelle che hanno meno possibilità economiche e meno disponibilità di conoscenze, i lavoratori e le imprese che rischiano di essere spazzate via dalla crisi climatica e da una transizione che altri, prima di noi, hanno già deciso di guidare. E tantomeno le generazioni future, che rischiano di trovarsi sulle spalle un’eredità così pesante da compromettere ogni opportunità di realizzazione e progresso.
Oggi non può esserci un partito progressista che non riconosca fino in fondo la centralità di questo tema. Perché un partito di sinistra, in questo tempo, o è ambientalista o non è.
La destra che ci governa ha cancellato l’emergenza climatica, e rischia di portarci indietro in Europa, interpretando nel peggiore dei modi la sfida della transizione ecologica. Ma penso che dobbiamo dirci che anche noi, nelle nostre importanti esperienze di Governo in anni difficili di questo Paese, non siamo stati capaci di farla diventare una parte fondamentale della nostra azione.
Questo Congresso non può essere una faccenda di nomi e simboli. È sulle questioni ambientali e climatiche, che molto hanno a che fare con le questioni economiche e sociali, che dobbiamo definire un pezzo fondamentale della nostra identità e la credibilità di chi avrà il compito di guidare una comunità politica che sia davvero all’altezza delle sfide del nostro tempo.
Oggi si è approvato un Manifesto che ci aiuta a fare un salto culturale e politico fondamentale e che ci impone coerenza. Sarà la base di partenza del percorso congressuale su cui si misureranno le candidate e i candidati Segretari e di un percorso costituente che dovrà continuare, insieme a chi oggi e nelle prossime settimane sceglierà di costruire insieme una nuova appartenenza comune.