(Roma, 01 giugno 2020) – Oggi Dataroom di Milena Gabanelli ci riconferma che la stima dell’evasione fiscale in Italia ammonta a circa 110 miliardi l’anno. Un “furto” che “impedisce di abbassare le tasse, sgretola la qualità dei servizi, blocca il Paese e pesa come un macigno sulla disgrazia che ci ha colpiti quest’anno, in cui tanti di coloro che hanno sempre pagato non riusciranno a farlo”. Per avere un’idea dell’entità del fenomeno sui conti pubblici italiani basti pensare che “tutta la spesa per servizi ovvero per sanità, istruzione, difesa, ordine pubblico, affari economici, servizi generali e protezione sociale, vale 335 miliardi di euro”. Il Dl Rilancio appena varato, per avere un altro metro di paragone, è di 55 miliardi.
A questi 110 miliardi se ne aggiungono altri 20 derivanti dai profitti realizzati in Italia da aziende multinazionali e trasferiti ogni anno verso paradisi fiscali. Di questi oltre 17 affluiscono in Paesi europei a fiscalità «favorevole»: Lussenburgo, Irlanda, Olanda, Belgio, Cipro e Malta.
Infine, occorre tener presente i 190 miliardi di euro che i cittadini italiani hanno depositato su conti correnti esteri: da Panama ad Antigua, dalla Svizzera a Malta, dalle Bahamas alle Isole del Canale. 190 miliardi “parcheggiati fuori dal Paese, indeboliscono il sistema perché non utilizzabili dalle nostre banche per fare prestiti”.
Il conto dell’evasione italiana sta qui, nei dati ben riportati nell’inchiesta a cui vi consiglio di dare qui un’occhiata, riferiti agli “evasori puri” non a coloro che con l’acqua alla gola, in difficoltà economiche e finanziarie non riescono a pagare le tasse.
Come Partito democratico siamo al lavoro con il Governo per realizzare una politica attenta ed efficace di transizione che conduca l’Italia alla ripresa economica e ad una nuova modernizzazione del Paese. Ciò utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni europee, con un ariticolato piano nazionale che preveda, tra l’altro, la lotta all’evasione e la riforma fiscale che renda più equo e semplice il rapporto tra stato e cittadini. A partire dal riordino della materia, ponendosi come obiettivo quello di semplificare il carico fiscale nel segno della progressività e della giustizia sociale.