(Roma, 18 settembre 2025) – Di fronte all’enormità di ciò che sta avvenendo a Gaza con civili che continuano a morire, ospedali bombardati, persino con le parole inaccettabili del ministro israeliano Smotrich, che ha definito la Striscia di Gaza “una miniera di oro immobiliare”, è impensabile che questo Parlamento non discuta subito la posizione dell’Italia.
Abbiamo chiesto da giorni che il Governo venga in Aula, con la Presidente del Consiglio, per chiarire quale linea intende seguire. Lo chiediamo ora, in un momento delicatissimo, proprio quando l’Europa – seppur con colpevole ritardo – inizia timidamente a muoversi proponendo sanzioni ad Israele. Mentre il vicepresidente della Commissione europea, l’italiano Raffaele Fitto, abbandona il collegio europeo pur di non prendere posizione.
Non è più possibile nascondersi dietro ambiguità: se davvero è l’Italia a bloccare le sanzioni europee nei confronti di Israele, questo Parlamento ha il dovere di discuterne.
Non consentiremo la ripresa dei lavori fino a quando non avremo una data certa. Non è un ricatto. È l’unico strumento che abbiamo per far sentire la nostra voce. Lo dobbiamo alla dignità del Parlamento, e soprattutto lo dobbiamo a quelle migliaia di persone, che ci chiedono di non tacere, di non essere complici, di non restare inerti; che ci chiedono pace per la Palestina e per Israele.
Al Presidente della Camera chiediamo ancora una volta: ci dica cosa intende fare il Governo, quale strada intende percorrere l’Italia in queste ore drammatiche.