(Roma, 27 luglio 2923) – E’ da quattro mesi che in Commissione Lavoro discutiamo di salario minimo. La maggioranza ha presentato compatta un emendamento interamente soppressivo della proposta di legge delle opposizioni ma non è stata in grado di votarlo. Così l’altro ieri l’emendamento è stato ritirato e oggi partirà il confronto direttamente in Aula alla Camera, dove però l’intento delle forze di governo è di approvare una sospensiva per rinviare la discussione in autunno.

Il Governo Meloni non ha avuto la forza di votare la soppressione della nostra proposta di legge sul salario minimo perché si è scontrato con la forza della realtà, con il consenso diffuso nel Paese di chi chiede l’introduzione di una retribuzione minima garantita: esiste in Italia un problema di lavoro povero; esiste in Italia una quota consistente di almeno 3 milioni di lavoratori che ricevono salari molto bassi.

Per noi opposizioni è un grande risultato: aprire una discussione in Aula che consenta di stabilire che sotto una certa soglia non si può più parlare di lavoro ma di sfruttamento. Un merito per il PD in particolare, che ha voluto, spinto, lavorato per una proposta unitaria delle opposizioni. Abbiamo messo il lavoro al centro, abbiamo costretto la destra a cambiare l’agenda, a discutere di dignità del lavoro.

Credo che su questo tema non ci siano ragioni di ritardo, di ripensamento o di necessità di tempo che tengano.

Qui sopra il video del mio intervento alla trasmissione ‘Omnibus‘ questa mattina su ‘La7‘.

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SALARIO MINIMO: “Con la discussione in Aula si stabilisce che sotto una certa soglia non si può più parlare di lavoro ma di sfruttamento”.
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