(Roma, 15 giugno 2023) – Un’altra Cutro, un altro barcone individuato prima di affondare, con i soccorsi che arrivano solo dopo il naufragio. Un vecchio peschereccio di metallo partito da Tobruk, in Libia, colato a picco in acque internazionali, di tutti e di nessuno, nell’abisso Calipso in cui il Mediterraneo si fa più profondo, a ovest della Grecia dove ieri il primo ministro Sarmas ha annunciato tre giorni di lutto nazionale .

A bordo dalle 500 alle 700 persone, donne e bambini stipati nella stiva. 104 i superstiti, 78 i corpi senza vita recuperati, gli altri dispersi. Morti prima di venire soccorsi, malgrado le richieste di aiuto.

Un’altra tragedia, altre polemiche. Un altro carico umano fatto di speranze e futuro che si inabissa, posandosi nel punto più basso, nell’oscurità più profonda del Mere Nostrum, una profondità che non può e non deve lasciare indifferenti le coscienze.

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MIGRANTI, NAUFRAGIO GRECIA: “Un’altra tragedia che non deve lasciare indifferenti le nostre coscienze”
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